RAVENNA – C’è una buona notizia per i fans milanesi di Riccardo Muti che da dieci anni aspettano di rivederlo alla Scala: quel momento non sembra più così lontano. Per la prima volta lo stesso Muti, interpellato in proposito da “Classic Voice”, non l’ha escluso e ha lasciato intendere che la trattativa è in corso.
I fatti. Subito dopo la nomina a sovrintendente, nel settembre scorso, Alexander Pereira aveva detto che fra i suoi primi obiettivi c’era quello di riportare Muti alla Scala. Un’idea perfino scontata, considerando la presenza fissa di Muti a Salisburgo nel periodo in cui Pereira era stato direttore artistico del Festival. Anche Stéphane Lissner, dopo la sua nomina nel 2005, aveva annunciato pubblicamente che avrebbe cercato di riannodare i rapporti fra il teatro e Muti, ma il maestro aveva replicato allora che il sovrintendente dalla Scala non l’aveva mai contattato. In seguito Muti aveva addirittura smentito via facebook ogni ipotesi circolata di un suo ritorno al Piermarini. In questi giorni, Muti sta preparando Falstaff per la chiusura del Festival di Ravenna e le prove dell’opera si combinano con la prima “Accademia dell’opera italiana” che il direttore ha creato per trasmettere i segreti della nostra tradizione operistica a giovani direttori d’orchestra, maestri collaboratori e cantanti. Sabato, al Teatro Alighieri, era presente anche Pereira che ha seguito le prove del mattino (dalle 11 alle 13.30) e quelle del pomeriggio (dalle 16 alle 19). Nel primo intervallo, Pereira si è complimentato con Muti per la qualità dell’orchestra e, a prove concluse, ha atteso quasi un’ora che il direttore finisse di parlare prima con gli allievi dell’accademia e poi con i giornalisti per andare a salutarlo. Semplice gesto di cortesia, normale trasferta esplorativa di un sovrintendente, o qualcosa di più? Riccardo Muti, a precisa domanda sulla possibilità di un suo ritorno alla Scala, per la prima volta non ha chiuso la porta e ha risposto con un sorriso: “Avete visto anche voi che Pereira è venuto a sentirmi. Chissà…”.
Conclusione: ora pare ci siano davvero le basi per questo ritorno. Che (ma questa è soltanto un’ipotesi) potrebbe coinvolgere l’Orchestra Cherubini, con la quale sarebbe forse più facile per Muti rompere il ghiaccio dopo dieci anni. Del resto anche Abbado, per il suo ritorno alla Scala, volle i musicisti della Mozart accanto a quelli del teatro. E poi la Cherubini, sentita in splendida forma anche all’ultimo Festival di Spoleto, meriterebbe quella vetrina.
Ultima curiosità: sabato, a tenere a battesimo l’Accademia di Muti, c’era anche Carlo Fontana, sovrintendente scaligero dal 1990 al 2005, quasi l’arco completo del periodo mutiano. I dissapori pubblicamente rivelati fra Muti e Fontana furono allora alla base dello sconquasso che provocò l’uscita dal teatro di entrambi, a breve distanza l’uno dall’altro. Evidentemente i rapporti si sono rinsaldati. (Mauro Balestrazzi)