Barenboim puntualizza

Il 'maestro scaligero' si schiera contro la riforma voluta da Bondi

Barenboim puntualizza La convocazione via e-mail delle 19 di ieri per le 12 di oggi, relativa a “una breve comunicazione agli organi d’informazione da parte del Maestro Barenboim”, ha fatto venire l’acquolina a molti che, infatti, hanno gremito la Sala Gialla. Chi si aspettava lo scoop, tuttavia, è rimasto a bocca asciutta. L’argomento, infatti, verteva sui tristemente noti mali cronici della musica in Italia e sulle controindicazioni della "terapia Bondi". Tema di tale attualità da apparire scontato, o quantomeno non così bruciante da giustificare un preavviso tanto breve. Più giusta, forse, la chiave di lettura che vede i vertici del teatro milanese schierati con i lavoratori, nonostante il decreto risulti – magari non in prima istanza, ma alla lunga senz’altro – fondamentalmente favorevole ai due organismi qualitativamente più dinamici dell’odierna realtà italiana: Scala e Santa Cecilia.
Barenmboim ha sentito la necessità di testimoniare la sua partecipazione ai problemi del teatro “in quanto”, ha detto, “il titolo di Maestro Scaligero, creato per me quattro anni fa e che fino ad oggi ha avuto un valore soprattutto affettivo, nell’attuale situazione acquista anche un ruolo di responsabilità morale”.
Dopo una panoramica sull’attuale criticità in tutti i paesi, anche i più ricchi, Barenboim ha messo l’accento sul “dovere etico” del nostro paese di privilegiare la musica: “Nel mondo l’Italia è sì conosciuta per Dante, Leonardo e Michelangelo, ma anche per i suoi grandi musicisti, Verdima anche il Mozart italiano”.
“Spetta dunque”, ha proseguito, “ai paesi che hanno avuto un ruolo fondamentale nella storia della musica – Italia, Germania, Austria e Francia – fare più degli altri” per quest’arte che “è di tutti e non elitaria come spesso qui è considerata. Barenboim pensa all’esperienza fatta con la sua orchestra israello-palestinese: “Vedere a Ramallah con che entusiasmo i bambini, cresciuti in un ambiente di nessuna cultura musicale e con enormi problemi sociali, imparano a suonare uno strumento è addirittura esaltante e conferma che la musica è tutt’altro che elitaria”.
Secondo il grande maestro, la musica non è quella dei jingle televisivi, “ma quella colta, vera espressione fisica dell’anima”. A qualsiasi epoca appartengano, “i grandi musicisti parlano all’uomo di oggi, sono nostri contemporanei: la musica di Verdi e Mozart non è musica moderna, ma contemporanea”.
“A differenza delle altre arti, la musica vive nello spazio dell’esecuzione (un libro lo si può leggere quando e dove di vuole, un quadro lo si può guardare quanto si vuole) ma con tutti i mezzi di riproduzione dei nostri tempi – dal lontano 78 giri siamo arrivati al cd, al dvd, a internet – la musica è costantemente a disposizione di tutti: ma bisogna che la gente ne senta la necessità”. E da qui inizia il discorso di fondo, sullo spinoso problema della scarsa preparazione musicale, per la quale la Scala sta intensificando le iniziative. L’ultima è quella di “aprire le porte alle prove: esperienza positiva per il pubblico ma anche utile a musicisti e cantanti che così lavorano in una situazione più realistica”. Il sovrintendente Lissner precisa che l’iniziativa sarà perfezionata forse oggi stesso con l’orchestra e sarà attuabile già in settimana: “Il pubblico verrà sistemato in alcuni palchi, non in platea per evitare intralci al lavoro", precisa.
Barenboim si chiede “perché punire un teatro che per qualità e quantità di spettacoli in questi ultimi anni è in continua ascesa?. Un teatro che, tournée comprese, alza il sipario trecento sere l’anno”. pensando all’orchestra il Maestro scaligero ha puntualizzato come l’avvicendarsi di grandi direttori e l’ampliamento di repertorio di questi ultimi anni le hanno conferito una maggiore flessibilità stilistica. "Come si può pensare a un’ulteriore crescita dell’orchest ra se si devono assumere strumentisti con contratti di uno o cinque anni”, si è quindi domandato. Impossibile senza la prospettiva di una continuità di lavoro. Così come è inammissibile un divario di retribuzione fra le prime parti e le altre.
Non è stato possibile sapere nulla dei motivi che hanno portato alla cancellazione – la prima nella storia – della conferenza di presentazione del prossimo cartellone, prevista per il 21 maggio. (5 maggio 2010)
                        Giancarlo Cerisola


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