violino Akiko Suwanai pianoforte Pierre-Laurent Aimard clarinetti Richard Hosford e John Bradbury direttore Peter Eötvös orchestra sinfonica di Göteborg, Bbc Symphony Orchestra cd Bmc CD 170
Il 1° febbraio 2003 lo Space Shuttle, rientrando nell’atmosfera terrestre, si disintegrò nei cieli del Texas. I sette astronauti morirono. Peter Eötvös, che da adolescente aveva ammirato le imprese di Jurij Gagarin (al quale aveva dedicato Cosmos), fu molto impressionato da questa tragedia e ne trasse ispirazione per comporre Seven (Memorial for the Columbia Astronauts): un concerto per violino e quasi un Requiem (come quello di Berg), dalla forza visionaria, capace di evocare gli spazi siderali, la violenza della distruzione, i caratteri individuali dei sette astronauti, soprattutto attraverso la voce del violino, e le sue elaborate cadenze solistiche, affrontate con grande duttilità espressiva da Akiko Suwanai (che tenne a battesimo il concerto nel 2007, a Lucerna). L’orchestra dominata dai fiati crea una materia caleidoscopica, ricca di contrasti messi in risalto dallo stesso Eötvös sul podio dell’Orchestra di Göteborg. Con la stessa orchestra il compositore dirige qui anche Cap-Ko, un insolito concerto per pianoforte e tastiera midi (il titolo è infatti l’acronimo di Concerto for Acoustic Piano, Keybord and Orchestra). Commissionato nel 2006 per i 125 anni della nascita di Béla Bartók, si ispira alla Sonata per due pianoforti e percussioni e a un tipo di scrittura pianistica cara a Bartók, quei movimenti paralleli e velocissimi delle due mani con intervalli sempre diversi: in questo lavoro vengono ricreati con l’ausilio del pianoforte midi, che gioca quindi il vero ruolo di solista, con un “ipervistuosismo” illusorio, mentre il pianoforte acustico è usato come un’eco cameristica dell’orchestra. Entrambi sono affidati alle abili mani di Pierre-Laurent Aimard (che pure ha suonato la prima a Monaco nel 2006). C’è invece Stravinskij che fa capolino in Levitation (2007), concerto per due clarinetti, orchestra d’archi (qui la Bbc Symphony Orchestra) e fisarmonica, e in particolare delle esplicite citazioni da Petruška. Concerto dalla scrittura virtuosistica e densa, che si alleggerisce nel quarto e ultimo movimento (La resurrezione di Petruška), brillante, fiabesco, pieno di humour.
Gianluigi Mattietti