L’esperto di Salieri, Timo Jouko Herrmann, non credeva ai suoi occhi quando, scartabellando fra le carte della biblioteca musicale del Museo nazionale di Praga, si è imbattuto nella cantata – ritenuta scomparsa – Per la salute di Ofelia, scritta dal librettista Da Ponte e classificata nel catalogo Köchel delle opere del Salisburghese come K 477a: facendosi consegnare accanto al testo anche le note, Herrmann ha infatti scoperto che gli autori indicati erano Mozart e Salieri. Ovvero la prova di una reale collaborazione tra i due che smentisce il presupposto (prettamente letterario per la verità) di un acceso antagonismo tra il giovane musicista salisburghese e il compositore veronese Antonio Salieri, presente alla corte dell’impero asburgico nello stesso periodo. Si spegne così definitivamente il fuoco della fantasiosa tesi puskiniana dell’avvelenamento ordito da Salieri ai danni di Mozart. Fuoco alimentato con successo da Miloš Forman e da Peter Shaffer, autore di un lavoro teatrale da cui il regista ceco trasse l’omonimo “Amadeus”, film del 1984 che vinse otto Oscar. Storia inverosimile ma accattivante per la quale finora non si era trovata la prova contraria, che invece ora c’è. Critici ed esperti, come Werner M. Grimmel sulla “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, esultano per questa “composizione a quattro mani di Salieri e Mozart” ritrovata dopo 230 anni e che a breve verrà pubblicata dall’editore Friedrich Hofmeister di Lipsia.
(nella foto, tratta dal film di Miloš Forman, Tom Hulce, di spalle, nei panni del giovane Mozart ed F. Murray Abraham in quelli di Salieri)