pianoforte Vincenzo Maltempo cd Piano classics PCL0083 prezzo 10,50
Per la sua ultima incisione dedicata a Charles-Valentin Alkan, Maltempo ha utilizzato un pianoforte Érard del 1899 proveniente dalla collezione di Marco Barletta e sapientemente restaurato. La scelta di uno strumento siffatto permette sulla carta di ottenere risultati acusticamente in linea con le intenzioni dell’autore e soddisfare al meglio le richieste di pagine che hanno un significato particolare nel catalogo del musicista. Le opere di Alkan che non appartengono al comparto degli Studi, da Maltempo già affrontato con stupefacente bravura, sono tutt’altro che facili e richiedono all’interprete lo stesso grado di vigilanza, unito alla ricerca di chiavi interpretative spesso ardue da individuare. Tra le scelte effettuate da Maltempo spiccano soprattutto i tre straordinari pezzi dell’op. 41 e qui il suono un poco metallico dell’Érard sembra ideale per rendere certi elementi chitarristici del primo numero, i “soliti” micidiali passaggi all’unisono e quelli in ottave spezzate del secondo, e soprattutto l’arsenale di perversioni pianistiche, come direbbe Brendel, che affollano il terzo, una pagina che da sola sarebbe tra l’altro sufficiente a esemplificare l’originalità della poetica alkaniana. Ancor meno conosciuto è il Minuetto alla tedesca, che ricorda alla lontana un minuetto di Dussek (dalla Sonata op. 77) e un certo gioco pianistico in ottave alla mano sinistra sfruttato da Liszt nelle Réminiscences de Robert le diable. Appartenente alla prima parte della parabola creativa del maestro francese, il dittico formato dalla Marche funèbre e dalla Marche triomphale ci offre ancora l’occasione per ascoltare originalissimi effetti stranianti di campane e tutto l’arsenale di passaggi di somma bravura che dovettero spaventare non poco anche i virtuosi più agguerriti come Liszt. Altro dittico molto importante presentato da Maltempo è quello formato dal Capriccio alla soldatesca e da Le tambour bat aux champs, dove vengono impiegati molti effetti pianistici sperimentati soprattutto nel primo movimento del Concerto, ottavo studio dell’op. 39, e dove si possono cogliere ancora elementi che potrebbero provenire dall’influenza di Meyerbeer (oggetto questo di un possibile spunto di tesi sui rapporti tra i due musicisti ?). Il cd, denso di elementi di grande interesse contiene anche l’oramai noto Preludio dell’op. 31 (La Chanson de la folle), un piccolo Preludio e una Esquisse dall’opera 63. Un disco di estremo interesse che testimonia sempre di più l’importante contributo offerto da Vincenzo Maltempo a favore della rivalutazione di un musicista che dovrebbe rientrare in pianta stabile nel repertorio concertistico. Parte delle opere presentate in questo cd era stata rivelata a un pubblico ristretto di specialisti in anni oramai remoti da un alkaniano profetico, Ronald Smith, la cui figura mi sembra doveroso ricordare anche in questa occasione.
Luca Chierici