direttore Riccardo Chailly orchestra del Gewandhaus di Lipsia blu-ray disc Accentus ACC 10309 prezzo 39
Riccardo Chailly torna a Mahler, uno degli autori prediletti e maggiormente approfonditi, con un nuovo dvd della Settima, assai ben registrato tra il 27 febbraio e il 2 marzo 2014: una splendida conferma dell’intensità del suo rapporto con il mondo di Mahler e un’ottima prova dell’Orchestra del Gewandhaus, che si rivela in ogni senso pienamente “mahleriana”. La Settima (1904-5) pone molti inquietanti interrogativi: è densa di lacerazioni, ambivalenze, chiaroscuri e contrasti, di poetiche delicatezze e di asprezze arditissime, di colori visionari, frantumati e oscuri, non lontani dall’Espressionismo. Il disegno complessivo non presenta una rettilinea consequenzialità. Il primo tempo dopo il cupo inizio, quasi di marcia funebre, presenta violenti contrasti e aspre tensioni. Poi le due “Musiche della notte” sospese tra poetiche, trasognate evocazioni e ombre dolorose o allusioni inquiete, inquadrano un demoniaco Scherzo, danza macabra tenuta sul filo di una tensione allucinata, che non conosce respiro nell’incalzante successione di immagini angosciose o grottesche. E il Finale sembra voler risolvere affermativamente le cupe tensioni dell’inizio: dovrebbe essere l’irrompere della luce del sole dopo le atmosfere notturne della seconda Nachtmusik, idillio lieve e poeticamente rasserenato anche se immerso nella luce velata del ricordo e del sogno. Chailly sembra prendere alla lettera, “oggettivamente”, il contrasto notte-giorno che emerge dalla partitura (e dalle scarse testimonianze che abbiamo su questa sinfonia). Ogni aspetto della Settima è presentato con naturalezza, senza forzature, senza intenzionalità dimostrative, con evidenza poetica intensissima, con profonda, consapevole adesione. Così, dopo le suggestioni poetiche della seconda “Musica della notte”, la luce irrompe con il tema affine ad una celebre idea dei Maestri cantori, e poi con un montaggio di gesti disposti quasi in un collage, in una costruzione di cui Chailly ci mostra tutta la sapienza e complessità. Chi è portato a leggervi una critica sulla possibilità stessa di un Finale trionfalistico, avrà da riflettere: l’insigne direttore non forza in questo senso.
Paolo Petazzi