Musica da grande schermo

Nell’ambito di “Quando la musica è cinema”, rassegna della Filarmonica Romana, l’Orchestra Roma Sinfonietta (foto) è protagonista al Teatro Olimpico di Roma (programma completo su www.filarmonicaromana.org) di due prime: il kolossal Nerone, tre scene su testo di Stefano Benni (che è anche voce narrante) con la musica di Franco Piersanti e Angelus di Bruno Moretti, breve composizione per due trombe, trombone e archi dedicata alla memoria di Nino Rota. “Non mi considero un suo allievo nel senso tradizionale del termine”, spiega Moretti, “tuttavia l’incontro con questo ‘sapiente e laborioso’ Maestro avrebbe in seguito lasciato un segno indelebile nella mia visione della musica e della vita. Confesso che è stato un compito arduo condensare in pochi minuti di musica ciò che avrei voluto esprimere in suo ricordo, e in ogni caso questo non è un pezzo ‘a la maniére de…’ ma piuttosto una preghiera in sua memoria”. Il concerto prosegue con le musiche per film di Piersanti tratte da Lamerica di Gianni Amelio (premio David di Donatello 1995), Il commissario Montalbano di Alberto Sironi e Corto Maltese, la cour secrète des Arcanes di Pascal Morelli.
Precede il concerto un omaggio al critico cinematografico Tullio Kezich (1928-2009), con la proiezione, in prima romana, del suo ultimo lavoro, Noi che abbiamo fatto la Dolce Vita, un omaggio all’amico fraterno Federico Fellini e ai cinquant’anni del capolavoro; a seguire la presentazione del libro Lo schermo sonoro. La musica per film di Roberto Calabretto. Intervengono, oltre l’autore, il compositore Bruno Moretti, allievo e poi assistente di Rota, e Sandro Cappelletto, direttore artistico della Filarmonica Romana.
Proprio del famosissimo tema principale della “dolce vita”, quando era ancora da comporre, Nino Rota – compositore che l’Accademia Filarmonica Romana festeggia nel centenario della nascita – aveva detto dimostrando una volta di più di saper leggere in profondità nell’animo dell’amico Fellini: “Dovrà accentuare la malinconia della cosa”, dichiarava Rota, “in un clima di rutilante allegria musicale. Un’allegria fittizia, naturalmente”. (22 settembre 2010)