“Non un festival, ma una festa”. Così il direttore artistico Carlo Fabiano descrive l’edizione 2016 (dal 1° al 5 giugno) del Mantova Chamber Music Festival “Trame Sonore”: nell’anno in cui la città dei Gonzaga è capitale italiana della cultura si esibiscono duecentotrenta musicisti nei principali luoghi d’arte. Si tratta di una no-stop di eventi, da mattina a sera, tutti incentrati sulla musica da camera.
Un’esperienza culturale unica nel suo genere. Qual è il format?
“Siamo alla quarta edizione e negli anni il Festival è cresciuto: mentre all’inizio dovevamo invitare i musicisti a partecipare, oggi sono loro a chiedere di esserci. D’altronde, qui si trovano a casa. Perché vivono, così come il pubblico, una spettacolare full immersion nel ‘bello’. Una bellezza che non è data solo dalle pagine di musica da camera che qui eseguono, ma anche dal valore di ‘meeting’ della manifestazione, d’incontro e confronto tra professionisti del settore, e dallo straordinario incanto dei luoghi dove si suona. Si va da Palazzo Ducale, che è da tradizione il cuore del Festival, alla Rotonda di San Lorenzo, dalla Basilica di Santa Barbara al Teatro Bibiena fino alle new entry di quest’anno con location come Palazzo Te e Palazzo della Ragione”.
Tutti luoghi adatti alla musica dal vivo?
“Sono stanze o sale che abbiamo testato e scelto accuratamente per capire se le sonorità dei brani da eseguire potessero risuonare al loro meglio. E devo dire che ci sono state delle sorprese dal punto di vista dell’acustica come nel caso della Rotonda di San Lorenzo che si è rivelata ideale per la musica di Bach. Tanto da dedicarle un ciclo, a ingresso libero, con due concerti al giorno, alle 12 e alle 19”.
Il Festival – dedicato quest’anno al passaggio di Mozart tredicenne a Mantova – attrae sempre nuovo pubblico. Qual è il segreto?
“Credo che stia nella formula di proporre concerti che durino venti o quaranta minuti al massimo, facilmente fruibili sia al neofita sia al cultore di questo repertorio. Ma anche lontani dalla ritualità del concerto: per esempio con i musicisti in blue jeans. Senza dimenticare che le dimensioni delle sale per 40, 50 o 100 persone a concerto riportano la musica da camera alla dimensione originaria per cui è stata creata, mettendo così a stretto contatto esecutore e spettatore e creando, allo stesso tempo, acustiche e fascinazioni notevoli. Ultima componente d’attrazione è il costo contenuto del biglietto a concerto, da 5 a 9 euro”.
Su quali appuntamenti si sente di puntare quest’anno?
“Sicuramente sulla presenza di Alfred Brendel come ospite d’onore. Il pianista austriaco venne da privato cittadino nella passata edizione rimanendo completamente stregato dal Festival. Ma al suo fianco troviamo anche altri musicisti internazionali che si esibiscono qui, insieme con l’Orchestra da Camera di Mantova, come Alexander Lonquich, artista residente, e Vilde Frang, Anna Kravchenko, Giovanni Sollima, il Sestetto dei Berliner Philharmoniker, Alessandro Carbonare, Antonio Ballista e Bruno Canino che festeggiano, il 5 giugno, i loro 60 anni di musica in duo. Inoltre, tra gli appuntamenti di cui vado più fiero, ci sono il percorso sulla musica d’oggi, La camera delle meraviglie, a cui partecipano l’austriaco Deppe e l’italiano Ivan Fedele, e i tre concerti a mezzanotte dedicati ai Notturni di Chopin con tanto di degustazione di camomilla al termine di serata. In tutto 180 eventi che racchiudono anche conferenze e incontri con gli artisti. Perché la musica da camera va vissuta fino in fondo, un po’ come la vita!”.
Antonio Garbisa