”Luci mie traditrici“ di Sciarrino

Bologna, Teatro Comunale, dal 14 al 17 giugno

Luci 05È uno dei lavori teatrali più celebri e rappresentati di Salvatore Sciarrino. Si tratta di Luci mie traditrici (nella foto), opera in due atti che viene allestita dal 14 al 17 giugno al Comunale di Bologna in una nuova produzione internazionale realizzata con la Staatsoper unter den Linden di Berlino, firmata dal regista tedesco Jürgen Flimm e diretta da Marco Angius. Per il compositore siciliano un altro importante riconoscimento dopo l’annuncio del Leone d’Oro 2016 alla carriera dalla Biennale di Venezia.
Luci mie traditrici è un’opera del 1998. Qual è stata la genesi?
“La scelta dell’argomento risente di una mia fascinazione per due testi del Seicento, Il tradimento per l’onore di Giacinto Andrea Cicognini, dramma di amore e morte dove si racconta di un tradimento di una moglie uccisa dal marito per senso dell’onore, e l’Elegia di Claude le Jeune sopra un testo di Ronsard. Ma a Luci mie traditrici sono particolarmente legato perché mi ha salvato la vita, regalandomi una nuova esistenza dopo un grave incidente stradale accadutomi a Milano il 19 settembre 1997. Il fatto di comporla, proprio nel periodo della convalescenza, mi ha fatto riscoprire nuove sensazioni ed emozioni”.
Che cosa l’ha intrigata dell’argomento?
“Inizialmente avevo legato questa storia a un caso simile che coinvolse, sempre nel Seicento, Gesualdo da Venosa; ma essendo uscita nel 1993 l’opera Gesualdo di Alfred Schnittke ho preferito togliere ogni riferimento a questo celebre caso storico. Mi aveva colpito non tanto il tradimento di una moglie ai danni del marito, di per sé abbastanza visto a teatro, ma il senso dell’onore che impone al marito l’obbligo di farsi giustizia, facendo credere alla moglie di averla perdonata ed invece preparando per lei e per il suo amante un castigo esemplare. Qui poi c’è di mezzo anche un servo, molto simile allo shakespeariano Jago, che insinua il dubbio del tradimento nel padrone. Una drammaturgia che, come poche altre, permette di giocare sulla psicologia dei personaggi”.
Lei ha definito Luci mie traditrici una “vera e propria affermazione di una riforma del teatro”. In che senso?
“La ritengo una mia risposta moderna all’Incoronazione di Poppea di Monteverdi per il soggetto storicizzato. In Luci mie traditrici il pubblico sente con le orecchie dei personaggi grazie ad una musica nella quale anche i silenzi e i vuoti hanno lo scopo di creare attenzione all’ascolto. È poi opera riformatrice per la vocalità che, già presente in Perseo e Andromeda del 1980, usa una sillabazione veloce su glissandi che producono micro-intonazioni, facendo sembrare parlato quello che, in realtà, è un canto controllatissimo”.
Lei è autore anche del libretto di . Questo significa avere maggior libertà espressiva o una complicazione in più?
“Il fatto di essere librettista di me stesso è solo un vantaggio per la composizione. Anche perché io parto dalla parola per trovare l’ispirazione. D’altronde, l’opera lirica è forma di teatro che si fonda sulla parola”.
Il Teatro alla Scala di Milano con la Staatsoper unter den Linden di Berlino le ha commissionato una nuova opera per la stagione 2016-2017. Di che cosa si tratta?
“Al momento ci sto ancora lavorando. Posso dire che, con il titolo di Ti vedo, ti sento, mi perdo, debutterà, in prima mondiale, dal 14 al 26 novembre 2017, alla Scala a chiusura della prossima stagione. Al centro della vicenda la tragica vita di Alessandro Stradella che evocherò unicamente con la musica. E sarà, anche questa, un’opera che guarderà alle relazioni interpersonali dei personaggi”.  ( Antonio Garbisa)


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