editore Ponte alle grazie pagine 205 euro 18
Li ha chiamati “esercizi” come antidoto al silenzio quotidiano dei monologhi con la tecnologia intelligente dei nostri monitor. Per Anna Crespi – che ha fondato e presiede dal 1978 l’Associazione Amici della Scala – la “conversazione” è da anagrammare in “conservazione”: un rituale con cui “avvicinare le persone al respiro dell’alba”, spiega prima di aprire il sipario sui protagonisti della cultura e dell’arte (da Alberto Arbasino a Sylvano Bussotti, da Gillo Dorfles a Luca Francesconi, da Quirino Principe a Umberto Veronesi). Dei quali coglie i percorsi chiave attraverso domande di un efficacia disarmante. “Lei era timida perché non conosceva bene se stessa?”, chiede a Luisa Comencini. Oppure “Lei era forte?”, al fisarmonicista Vladimir Denissenkov. A Daniele Gatti: “Lei è un seduttore musicale?”. E le risposte arrivano. Come quando il direttore confessa la sua difficoltà a prendere gli applausi e a manifestare al pubblico gratitudine: “Il sorriso che faccio è magari forzato, ma non è arrogante. Lo so, devo migliorare questo atteggiamento”.