direttore Peter Eötvös violino Midori violoncello Jean-Guihen Queyras percussioni Martin Grubinger orchestra Philharmonique de Radio France cd Alpha 208 prezzo 18
Compositori come Luciano Berio e Pierre Boulez sentivano in termini problematici il rapporto con il genere del concerto per solista e orchestra. Eötvös (nato nel 1944) non è il solo della sua generazione e delle seguenti, che non avverte alcun disagio nello scrivere concerti e al genere si accosta con ritrovata, disinvolta immediatezza, e con la concretezza di uno stretto rapporto con il solista per cui il pezzo è composto, per così dire, “su misura”. Perciò non è un dato soltanto esteriore che il suo secondo concerto per violino, composto nel 2012, porti il titolo DoReMi, che gioca con il nome della violinista per cui è stato scritto (e con una cellula musicale elementare sapientemente manipolata). Qui la solista è presente quasi per tutta la durata del pezzo, con un predominio assoluto sull’orchestra, da cui peraltro il compositore sa trarre sonorità fiabesche magistrali. Più complesso il gioco dei rapporti nel concerto per violoncello scritto nel 2010-11 per il bravissimo Miklós Perényi, come fa comprendere anche il titolo Cello Concerto Grosso, perché un ruolo importante assumono anche gli otto violoncelli dell’orchestra. Affiorano in questo pezzo, forse il più interessante dei tre, memorie delle tradizioni popolari ungheresi e della loro presenza in Bartók. Di marcatissima estroversione Speaking Drums, il concerto scritto nel 2012-13 per le qualità spettacolari di Martin Grubinger, che ha ampio modo di scatenarsi con eccezionale virtuosismo, con movimenti del corpo e anche con la voce (declamando poesie sperimentali di Sandor Weöres). Inutile sottolineare che Eötvös dirige da par suo e che i solisti sono molto bravi.
Paolo Petazzi