Miracolo a Lugano

L’Orchestra Mozart di Abbado rinasce. Ma ora L’Italia rischia di ritrovarsela viva e vegeta all'estero

orchestra-mozartPoco meno di centomila euro. Per la precisione 89.920, ricevuti – fino al mese scorso – da 1.060 donatori. Ma vi pare che una delle migliori orchestre italiane possa guardare al futuro con queste cifre? Ebbene no. Ma la Mozart non è ugualmente voluta restare a guardare. Dopo il disinteresse della città, della regione, della nazione in cui Claudio Abbado l’aveva fondata, che tutte insieme ne hanno decretato la chiusura, i musicisti si sono lagnati per poco. Hanno preferito rimboccarsi le maniche: la maggior parte – tra cui il primo violino Raphael Christ, la viola Danusha Waskiewicz, il clarinetto Alessandro Carbonare, l’oboe Lucas Macias Navarro, tutti protagonisti di indimenticate esecuzioni al fianco di Abbado – ha aderito al progetto di farla risuonare. Ecco allora che si è messa in moto la macchina dei finanziamenti dal basso. Se doni 15 puoi scaricare il video di un concerto inedito; se ne doni 5 l’intervista ad Alessandro Carbonare. E dopo mesi, anni, di streaming e downloading l’orchestra è in grado di tornare in scena.

Il miracolo avviene al Teatro Manzoni di Bologna il prossimo 6 gennaio e al Lac di Lugano l’8. A dirigere il grandissimo Bernard Haitink, al violino Isabelle Faust. Ed è una sinfonia di ricordi, come l’Egmont che compare in cima alla locandina: fu il primo brano diretto da Abbado alla nascita del complesso. Seguono il Concerto per violino sempre di Beethoven e la Sinfonia n. 3 di Schumann. Con questi concerti l’orchestra tenta di raccogliere altre risorse, di autofinanziarsi. Si prega dunque di non mancare. Ma l’impresa, qualora riuscisse, non diventi un alibi per chi potrebbe darle una prospettiva. Non illudiamoci che una formazione del genere possa fare programmi a lunga scadenza senza finanziamenti adeguati. Nell’attuale vita concertistica mondiale servono certezze e le offerte di residenze all’estero non mancano. Anzi, sono molto concrete e “vicine”. Dio non voglia che dopo aver perso il lascito di Abbado (la sua memoria musicale è andata alla Biblioteca di stato di Berlino) e trasformato la sua residenza bolognese in bed and breakfast, l’Italia perda l’ultima sua testimonianza artistica.


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306 Novembre 2024
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