C’è una vera scoperta “archeologica” dietro la scelta di inaugurare la stagione del Regio di Parma con Un ballo in maschera, uno dei più clamorosi casi di censura capitati a Verdi e al librettista Antonio Somma, tratto dal dramma “Gustave III” di Eugene Scribe. Dal deposito del Teatro sono infatti riemerse le scenografie originali realizzate da Giuseppe Carmignani per la recita che il 14 settembre 1913 diede avvio alle celebrazioni del primo centenario della nascita di Verdi. Si tratta di preziosi fondali dipinti su carta, testimoni del gusto teatrale dell’epoca. Alcuni dei cartoni scenografici sono in mostra nelle sale adiacenti al Ridotto per tutto il periodo dell’allestimento, dal 12 al 20 gennaio, in un’esposizione che illustra anche i processi creativi e le prassi del restauro. Dov’erano lacunose per l’umidità o il degrado fisiologico dei materiali, le scenografie sono state restaurate per restituire allo spettatore un’idea dell’impatto visivo originale. Nelle zone in cui si era perduto il colore a causa di infiltrazioni d’acqua si è preferito invece operare un restauro conservativo anziché ridipingere arbitrariamente. Anche i costumi di Lorena Marin avranno una sovrapposizione di garze e tulle così da renderli aerei e leggeri pur mantenendo rigorosamente lo stile e il disegno degli abiti seicenteschi che lo spettacolo richiede. Cura analoga per gli arredi, ricoperti dalla regista Marina Bianchi con carta spolvero, la stessa sulla quale sono state dipinte le scenografie, per non forzare i contrasti tra elementi d’epoca e contemporanei.
Allievo di Girolamo Magnani, lo scenografo prediletto di Verdi, Giuseppe Carmignani nacque a Parma nel 1871, diventando subito un enfant prodige del suo settore: a diciott’anni figurava già al lavoro alla Scala, prima di intraprendere una carriera in Argentina, anche da insegnante. Fu la richiesta di collaborare al centenario verdiano del 1913 a farlo ritornare nella città natale, e certo anche il munifico compenso di 6.300 lire dovette fare la sua parte in questa decisione. Carmignani cominciò quindi a lavorare ai fondali del “Ballo”, già allestito nella sua esprienza a Buenos Aires. Le sue scenografie sono l’unica testimonianza risalente alle celebrazioni del 1913. Il Teatro Regio ha deciso di dedicare questa produzione alla memoria di Marcello Conati, scomparso il mese scorso a novant’anni: oltre a esser stato grande studioso verdiano ha ricoperto per quasi un trentennio l’incarico di docente di arte scenica al Conservatorio di Parma. Sotto la direzione di Sebastiano Rolli si alterneranno due cast in sei recite: in prima linea Saimir Pirgu (Riccardo), Leon Kim (Renato), Irina Churilova (che sostituisce Virginia Tola in Amelia), Silvia Beltrami (Ulrica) e Laura Giordano (Oscar). Sipario alzato sulle scene originali dal 12 al 20 gennaio.
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