(…) Karajan non ha mai parlato volentieri della sua iscrizione al partito nazionalsocialista che lo costrinse, dopo la guerra, a un periodo di inattività come tutti coloro che erano stati legati al regime hitleriano. Diresse a Berlino l’ultimo concerto con la Staatskapelle il 19 febbraio del 1945 e poi, esibendo un invito da parte dell’Orchestra della Rai, riuscì a partire per Milano con la seconda moglie, Anita. Così, negli ultimi mesi della guerra, la coppia trovò rifugio in Italia. I militari tedeschi lo cercavano come disertore perché avrebbe dovuto arruolarsi. Per un po’, lui e la moglie si nascosero a Como, in una rimessa per imbarcazioni. Karajan non sapeva come tirare avanti e provvidenziale fu un contributo in danaro ricevuto avventurosamente dal pianista Edwin Fischer. La complicità di un amico, l’architetto Aldo Pozzi, e l’aiuto di alcune famiglie milanesi (i Crespi, i Borletti, i Mozzoni) favorirono gli spostamenti dei due da un paese all’altro. Poi la coppia approdò a Milano, in un albergo di terz’ordine, e trovò l’appoggio di Age Hruska, un dentista che aveva rapporti con molte persone influenti. Il 25 aprile Milano insorse contro i nazifascisti e il 29 il corpo di Mussolini fu appeso a un gancio al distributore di piazzale Loreto. Fra la folla che si aggirava nei pressi del piazzale, c’era anche l’imprudente Karajan, spinto lì da una curiosità che avrebbe potuto rivelarsi molto pericolosa. Per sua fortuna c’era anche Hruska, che restò allibito quando lo vide e gli consigliò di tornare immediatamente nel suo nascondiglio.
Oltrepassati in qualche modo quei momenti difficili (intanto l’inattività forzata gli aveva consentito di studiare bene la lingua italiana), Karajan pensava di poter finalmente tornare a casa. In settembre lo troviamo a Trieste, dove lui e Anita rimediarono un alloggio temporaneo grazie alla famiglia de Banfield-Tripcovich…
Il servizio completo di Mauro Balestrazzi su Karajan e l’Italia, con le cronologie inedite di tutte le opere e i concerti diretti nel nostro Paese, è pubblicato nel numero 242-3 di “Classic Voice”, in edicola ad agosto
http://www.classicvoice.com/riviste/classic-voice/classic-voice-242-243.html