[soprano] Barbara Hendricks [pianista] Love Derwinger [cd] Arte Verum 004
“La messa in musica d’un testo poetico dovrebbe sempre essere un atto d’amore, mai un matrimonio di convenienza: le voci del cuore e dell’istinto sono sempre più affidabili dell’intelligenza”: scrisse 146 mélodies, Poulenc, e questo suo manifesto programmatico lo ha applicato a tutte. Relativamente semplici sulla carta (poche difficoltà ritmiche, linea di canto fatta procedere in massima parte per note d’ugual valore, indicazioni metronomiche accurate e affidabili), all’esecutore richiedono essenzialmente capacità di variare di continuo la dinamica. Ma all’interprete, chiedono invece il massimo in termini di gusto, fantasia, sensibilità nel colorire ogni parola e ogni sillaba della parola. Nello stupendo ciclo “Tel jour, telle nuit” di Éluard, i rischi della volgarità ove s’ecceda in portamenti, o della melassa ove si calchi il pedale dell’invece impalpabile melanconia, la Hendricks sa evitarli: ma la composta serenità intrisa di felice calma richiede un legato ottenibile solo con quel controllo dell’emissione che le attuali condizioni vocali fanno fatica a garantirle. L’accento sarebbe per lo più interessante, ancorché circoscritto alla gentile pudicizia e alquanto carente di humour: ma la fatica quasi ovunque percettibile nel plasmare la linea, impedisce una vera partecipazione espressiva.
Elvio Giudici