Svastiche e atti vandalici al cimitero di Kreuzberg, Berlino, contro la memoria della famiglia Mendelssohn. La polizia tedesca, come riportato sul “Tagesspiel” e su altri organi di informazione tedeschi, lunedì scorso ha rinvenuto svastiche e segni di vernice nell’ex cappella del cimitero a pochi passi dalle tombe del compositore, della sorella Fanny, del padre Abraham Mendelssohn-Bartholdi e della moglie Lea. In quella cappella dal 2013 è allestita una mostra permanente sui Mendelssohn, aperta tutti i giorni dalle 8 alle 18. Ed è proprio lì, con chiaro intento intimidatorio, che si sono accaniti gli ignoti ai quali la polizia sta cercando di dare un volto. Al momento non risultano ancora arresti. Anche se non è il primo caso di imbrattamento di un memoriale dedicato a un compositore (è successo nei mesi scorsi anche a Mosca, vittima la tomba di Dimitrj Sostakovic) è evidente questa volta la matrice razziale, che stavolta colpisce uno degli artisti simbolo della borghesia ebraica dell’Ottocento, una famiglia discendente del filosofo ebreo Moses Mendelssohn convertita al protestantesimo proprio per proteggersi dai pregiudizi antisemiti.
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