direttore Daniele Gatti orchestra Royal Concertgebouw Orchestra cd Rco
L’orchestra del Concertgebouw di Amsterdam era una delle preferite di Mahler. Come la città. E il suo direttore, Willem Mengelberg propose al pubblico olandese quasi tutte le sinfonie mahleriane. Inspiegabile, perciò, appare la sua adesione al nazismo, quando l’Olanda fu occupata dalle truppe tedesche. Gli olandesi lo condannarono ed esiliarono. Morì in Svizzera nel 1951. Daniele Gatti, diventato direttore della prestigiosa orchestra, non poteva dunque non riproporre con quest’orchestra anche lui Mahler. Ed ecco qui la prima Sinfonia. Per certi versi la meno problematica. Tuttavia Gatti riesce a far sentire anche in questa sinfonia, ancora nel solco della tradizione tardoromantica, quanto invece vi si trovi d’inquietante e umanamente non risolto. Quando si arriva, nel quarto movimento, al secondo tema, così struggente, cantabile, lunghissimo, irredimibile, direbbe il poeta Eliot, ci sembra già d’intravedere, anzi di presentire il canto di rinuncia che chiude la Nona Sinfonia e ancora di più, lo sconsolato secondo tema dell’Adagio dell’incompiuta Decima Sinfonia. Ma non c’è solo questo struggimento decadente. C’è la danza già quasi diabolica più che popolare, dello Scherzo. E la polifonia dissonante del terzo movimento. Un’interpretazione che lascia un segno nell’ascoltatore.
Dino Villatico
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