Voleva fare il compositore, Sergej Vasilyevich Rachmaninov. Il compositore autenticamente russo. Invece, alla soglia dei cinquant’anni, si ritrova a macinare tournée come pianista, negli Stati Uniti, a Cuba, in Canada. Mille concerti in 25 anni, cinquanta ogni anno. E più di cento registrazioni discografiche. La sua musica, al contrario, nella nuova Unione Sovietica, non poteva essere eseguita. Rachmaninov nasce il 1 aprile 1873, in una famiglia di ricchi possidenti, amanti dell’arte. L’esordio è felice. Ma il primo segno della decadenza arriva presto, quando il padre dilapida tutto il patrimonio e il giovane Sergej si trova senza disponibilità economica. Studia al Conservatorio di San Pietroburgo, poi pianoforte con Nicolai Zverev e il cugino Alexandre Siloti a Mosca. Gli piacerebbe comporre (affronta studi regolari anche in questa disciplina, e si diploma in pianoforte e composizione), ma eccelle solo alla tastiera. Mentre cresce la sua fama di pianista, precipita quella da autore: la sua Prima Sinfonia, il primo lavoro della “maturità”, eseguita nel 1897 con la direzione di Glazunov, è accolta con grande freddezza o anche ostilità, al punto che non sarà mai più eseguita e rimarrà inedita, vivente l’autore. Come uno spettro riapparirà negli incubi di Sergej, ossessionato – nonostante la felicità dell’ispirazione melodica che gli si attribuisce – dalla sua presunta “inettitudine”. Il blocco dura circa tre anni. Non serve l’incontro con Tolstoj – che lo scoraggia. Rachmaninov si affiderà, per tre mesi, a una terapia d’ipnosi. Raggiunta la tranquillità comporrà il suo Secondo Concerto per pianoforte. Dopo il matrimonio con la cugina Natalia Satina, diventa direttore musicale al Bolsˇoj. Ancora un incarico legato alla sua bravura come interprete; ancora un compromesso, con l’intento però di far rappresentare a Mosca i suoi lavori teatrali (che avranno però un’accoglienza contrastata). Dopo un soggiorno a Vienna e a New York nel 1909 (dove il suo Terzo Concerto fu diretto da Gustav Mahler), dopo piccoli, insidiosi insuccessi, è il momento della catastrofe. I Bolscevichi prendono il potere, Rachmaninov il 23 dicembre 1917 prende la via – senza ritorno – dell’esilio. La sua villa verrà distrutta, lui vivrà negli Stati Uniti (New York, poi la California), in Francia e in Svizzera. Celebrato come concertista di fama mondiale.
Andrea Estero