Un numero importante per l’edizione 2017 dell’Opera Festival dell’Arena di Verona. Dal 23 giugno al 27 agosto va in scena la 95a stagione di uno degli appuntamenti estivi più attesi dai melomani di tutto il mondo. Un cartellone di quarantotto serate con cinque titoli d’opera fra cui il nuovo allestimento del verdiano Nabucco e tre serate-evento. A parlarne è il sovrintendente Giuliano Polo, in carica dal novembre scorso.
Quali sono le novità?
“Sicuramente l’inaugurazione che ha sì un titolo di repertorio come Nabucco – terzo areniano in assoluto dopo Aida e Carmen con oltre duecento rappresentazioni dal 1938 ad oggi – ma che si avvale ora di un nuovo allestimento firmato per regia e costumi da Arnaud Bernard e per le scene da Alessandro Camera. Qui si traspone la messinscena tra il 1848 e il 1860, periodo in cui l’impero austriaco dominava il Regno Lombardo-Veneto. Nel contrasto tra Babilonia e Gerusalemme insito nel libretto, la regia di Bernard legge i riferimenti alla storia d’Italia degli anni turbolenti del Risorgimento. Tutto viene così ambientato idealmente a Milano durante le Cinque Giornate in luoghi attorno al Teatro alla Scala, proprio durante una reale rappresentazione di Nabucco”.
Per Nabucco non si era parlato di una coproduzione con il Teatro Mariinskij di San Pietroburgo?
“Dati i tempi stretti di programmazione purtroppo è saltata, ma ho rilevato un grande interesse nei confronti dell’Arena da parte di Valery Gergiev, direttore artistico e generale del Mariinskij. Per questo stiamo pensando di organizzare, forse già nel 2018, un evento, che non sarà però un’opera, con lo stesso Gergiev sul podio areniano”.
Oltre a Nabucco, che cosa deve aspettarsi il pubblico in questa stagione?
“Sicuramente altri due titoli verdiani molto amati come Aida, proposta in due diversi allestimenti, quello del 2013 de La Fura dels Baus e quello nella storica produzione ispirata alla prima edizione del 1913, realizzata da Gianfranco de Bosio nel 1982, e Rigoletto nel tradizionale allestimento del regista Ivo Guerra. Gli ultimi due titoli sono invece pucciniani con Madama Butterfly nell’edizione del 2004, con regia e scene di Franco Zeffirelli, e Tosca nello scenografico allestimento ideato nel 2006 da Hugo de Ana. Mentre serate-evento sono quelle del 17 luglio con il gala di danza Roberto Bolle and Friends, del 21 luglio con la serata Plácido Domingo – Antología de la Zarzuela e del 15 agosto con la IX Sinfonia di Beethoven diretta da Daniel Oren”.
Come si compone oggi il pubblico dell’Arena?
“Sono spettatori che hanno un’età media di 45 anni, di molto inferiore a quella di tutti gli altri teatri d’opera. In realtà, si tratta di un pubblico alquanto eterogeneo per metà italiano e per metà straniero composto, in parte, da persone che assistono a un melodramma per la prima volta”.
Su che cosa punterà il futuro areniano?
“Innanzitutto su una qualità sempre più alta nei confronti dell’esecuzione. Già in questa stagione troviamo cast, registi e direttori di fama internazionale. A cominciare dal protagonista di Nabucco della serata inaugurale, il baritono George Gagnidze, ma poi anche con presenze vocali importanti come Violeta Urmana, Marcelo Álvarez, Maria José Siri, Yusif Eyvazov, Leo Nucci, Elena Mosuc, Anna Pirozzi e Susanna Branchini. E da quest’anno si è deciso di produrre in Arena un nuovo allestimento a stagione in modo da garantire sempre un elemento di novità e di curiosità”.
Antonio Garbisa
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