Don Giovanni secondo Fo

Gratis allo Strehler di Milano l'attore dà lezione-spettacolo

Don Giovanni secondo Fo Mentre alla Scala proseguono le repliche del Don Giovanni di Mozart diretto da Barenboim, regia di Carsen, "Il Don Giovanni e la commedia dell’arte" è il titolo della lezione-spettacolo di e con Dario Fo che – inizialmente prevista per il 5 dicembre 2011 poi cancellata per motivi di salute – va in scena mercoledì 11 gennaio al Piccolo Teatro Strehler di Milano (largo Greppi 2, ore 20.30). I biglietti, gratuiti, si possono ritirare da oggi alla biglietteria (tutti i giorni escluso il 6 gennaio dalle 9.45 alle 18.30 – www.piccoloteatro.org/dariofo). Ma vediamo di che cosa si tratta. "Il Don Giovanni, detto anche ‘El burlador de Sevilla’ ", come dirà Fo nel dialogo anticipato in parte oggi 2 gennaio 2012  dal "Corriere della Sera", pagina 11, "è un’opera da porsi fra le tragedie in musica, ma il suo assetto strutturale, quello che noi del teatro recitato chiamiamo la situazione scenica, è mutuato dall’opera buffa o meglio ancora dalla commedia dell’arte o buffoneria! Ho detto proprio così: buffoneria! So benissimo di aver pronunciato una bestemmia per molti. Ma mi spiace soprattutto per i melomani mistici, la verità è questa! (…). Ma tornando alle straripanti avventure sessuali di Don Giovanni, noi scopriamo che egli non si limita a corteggiare e godere di donne nobili e altolocate e quasi tutte promesse ad altri innamorati, ma si lancia in veri e propri caroselli di seduzione coinvolgendo ragazze di diversi ceti sociali" (…).
Questo ed altro è contenuto nel testo che Dario Fo interpreterà allo Strehler di Milano. Compreso l’episodio riferito al successo del Salisburghese. Messo in bocca a Paisiello ("che lo chiamava Amedeo de Mozartini"). "Si era al Conservatorio della Pietà de’ Turchini", racconta ancora l’attore, "mentre Amedeo sta suonando meravigliosamente, all’istante il pubblico rumoreggia. Le sue piccole mani volano sulla tastiera del cembalo. Soprattutto l’agilità della sinistra, dove porta un anello, sembra impressionare la gente. Qualcuno esclama: ‘Ecco il motivo di tanta abilità, ha un anello magico al dito!’. Il giovane Mozart che conosce bene la superstizione davvero fanatica dei napoletani comprende divertito il motivo di tanto baccano e lentamente si sfila l’anello, lo mostra al pubblico, se lo infila in tasca e quindi riprende a suonare. Il pubblico ammutolisce. Non è certo l’anello a essere magico (…).
2 gennaio 2012


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