Carla Fracci, messa alla porta del teatro dell’Opera, dov’era dal 2000 direttrice del corpo di ballo, rivendica i nove anni spesi alla guida della compagnia di danza dell’istituzione romana dicendo di essersi impegnata molto per i giovani. E adesso non resta che sperare nel sostegno di Riccardo Muti, che la stima e potrebbe mettere una buona parola. Il sindaco Alemanno si difende smentendo il coro di voci che vedono la questione in chiave politica: "Non è così", dice il sindaco della Capitale, "stimiamo e apprezziamo la signora Fracci. È solo che si è chiuso un ciclo". La Fracci ricorda di avere atteso invano per tutto un anno un colloquio con il primo cittadino. E ha concluso che c’era la volontà di non risponderle. E lamenta la memoria corta di chi non guarda al passato. E precisa che quando è arrivata c’erano pochi spettacoli di danza, mentre in questi anni ne sono stati allestiti circa cento. E ancora ci sarebbe da fare fino al 2011. Le critiche mosse alla Fracci non sono una novità: basti ricordare Roberto Bolle che le disse, senza troppi giri di parole, che era tempo di lasciare il posto ai giovani. lei si difende spiegando che va in scena soltanto nei ruoli che può ancora fare. E dice che il pubblico la apprezza e riempie il teatro. Ritiene inoltre di essersi dedicata ai giovani accettando un incarico deciso per loro, dopo aver calcato i palcoscenici di tutto il mondo. E a chi le rinfaccia l’eccesso di spese per gli aggiunti, gli artisti ospiti, risponde che si tratta di un’opportunità data per fare emergere i giovani talenti, non una spesa di troppo, come dicono gli avversari. E chiede infine rispetto per il lavoro fatto su una compagnia di danza che ha acquisito dignità. Non è tagliando la spesa della Fracci,
dice l’etoile, che si risanano i conti. (5 febbraio 2010)
Feb52010
La Fracci silurata
'Mi cacciano invece di ringraziarmi'