Riportare al Teatro alla Scala di Milano, a duecento anni dalla sua prima rappresentazione in questa stessa sala, uno dei capolavori di Rossini, La gazza ladra, era doveroso. Nel 1841 infatti, dopo 160 repliche e trionfi, il titolo sparisce dal Piermarini per 176 anni. Perché? Rimarrà un mistero. “Per scriverlo Rossini s’impegnò per 3 mesi, senza dedicarsi ad altro”, ha ricordato Riccardo Chailly che sarà sul podio. “Ed è uno dei suoi pochi melodrammi a non beneficiare di autoimprestiti”, dunque di musica già scritta dal compositore, copiata e incollata alla bisogna. Insomma un Rossini di seria A. “C’è una Sinfonia meravigliosa, con la quale il compositore vuole sorprendere quello stesso pubblico milanese che era rimasto timido di fronte al suo Turco in Italia”, ha ancora ricordato il direttore musicale della Scala, che debutta nel titolo restituendolo nella sua integrità (senza i tagli di tradizione: per questo la “prima” sarà dedicata ad Alberto Zedda, celebre filologo rossiniano appena scomparso). E ci sono 12 cantanti in scena, che alla Scala sono tutti “in possesso di una grande cultura vocale rossiniana”, alcuni di nuova generazione: da Rosa Feola, la protagonista nei panni di Ninetta, a Teresa Iervolino, da Paolo Bordogna ad Alex Esposito, da Serena Malfi ad Edgardo Rocha, con il celebre basso Michele Pertusi nell’antagonistico ruolo del Podestà.
Gabriele Salvatores, a cui è stata affidata la regia, dice che sono veri attori, e che gli piacerebbe “proporre a qualcuno di girare un film”. Anche Salvatores, come Chailly, sottolinea la dimensione semiseria di questo Rossini, “tra Goldoni e Schiller”. Per il direttore nel secondo atto “Rossini si avvicina a Beethoven, soprattutto nella conclusiva marcia funebre, in do minore come quella dell’Eroica”. Tema della drammaturgia è infatti il fato, l’irrazionalità che muove gli accadimenti umani, simboleggiata dalla gazza che ruba l’argenteria, e per i cui furti viene accusata ingiustamente Ninetta. Salvatores la traduce trasformando la gazza in un’acrobata – Francesca Alberti – che volteggia per tutto lo spettacolo determinando gli eventi: un’invenzione già sperimentata da Damiano Michieletto in un acclamato allestimento per il Rof del 2007. Prima rappresentazione il 12 aprile (con diretta su Radio3), repliche fino al 7 maggio, con altra diretta, il 18 aprile, su Rai 5 e gli schermi del circuito Microcinema.