L’appello del musicologo verdiano

Fabrizio Della Seta: “Impossibile un'edizione critica su materiale che non si può studiare”

della_seta_fabrizio_verdi(AdnKronos – Roma) – “Dovrebbero essere accessibili agli studiosi i manoscritti che Giuseppe Verdi ha lasciato a Villa Sant’Agata”. Lo afferma all’Adnkronos Fabrizio Della Seta (foto), musicologo tra i massimi esperti del compositore di Busseto, a proposito del tesoro segreto di Verdi, del quale per la prima volta  la rivista “Classic Voice”, da oggi in edicola, pubblica l’elenco completo: oltre 5mila pagine di schizzi e abbozzi mai analizzati dai musicologi. Della Seta, che nel 2000 ha curato la pubblicazione del volume di “Schizzi e abbozzi autografi” della Traviata, in occasione delle celebrazioni per il centenario della morte di Verdi del 2001 racconta “di aver studiato in quella circostanza i manoscritti dell’opera che Alberto Carrara Verdi mise a disposizione per quella pubblicazione”.
Il “tesoro” rivelato da “Classic Voice” è di proprietà degli eredi del musicista di Busseto ed è indissolubilmente legato a Villa Sant’Agata, immobile al centro di una contesa giudiziaria tra gli eredi, i fratelli Maria Mercedes, Ludovica, Angiolo ed Emanuela Carrara Verdi, figli di Alberto Carrara Verdi.
“È una situazione aperta da decenni – spiega Della Seta – che rende impossibile la stesura di un’edizione critica delle opere del maestro. Come si può, ad esempio, lavorare sul Falstaff sapendo che tra quelle carte ci sono 900 pagine di appunti su quell’opera? Tra quei documenti c’è anche la prima versione del Simon Boccanegra, o il Libera me scritto per la morte di Rossini e poi riutilizzato da Verdi nella Messa da Requiem. Oggi in realtà – conclude il musicologo – non c’è nessuno studioso autorevole che intrattenga un rapporto privilegiato con gli eredi di Verdi e che possa convincerli a rendere disponibile questo patrimonio”.


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306 Novembre 2024
Classic Voice