Dopo soprintendenze artistiche e direzioni di fondazioni liriche, arriva la prima “gara” per un incarico musicologico. E di prestigio. L’Istituto Nazionale di Studi Verdiani sollecita infatti gli specialisti di tutto il mondo a far pervenire le “manifestazioni di interesse” per la posizione di direttore scientifico. Non un vero concorso, con risultati, punteggi e vincitori. Ma qualcosa che vi si avvicina. Ora – dopo la scomparsa di Pierluigi Petrobelli, alla guida dell’Istituto per trent’anni, e la reggenza di Emilio Sala – per avere la possibilità di salire al vertice dell’istituzione presieduta da Nicola Sani si dovranno produrre pubblicazioni, ricerche verdiane, contatti internazionali, ma anche “comprovata esperienza nel campo dell’alta divulgazione musicale”, conoscenza delle risorse dei sistemi informatici multimediali, competenza nel trattamento e nella descrizione dei fondi musicali, affinate capacità di management e fund raising. E tutto questo senza mostrare il passaporto. Oltre agli Uffizi, potremo avere uno straniero a pilotare gli studi italianissimi su Verdi? Può darsi. D’altra parte oggi tra i maggiori specialisti del compositore di Busseto figurano tedeschi e americani. Bando e modulo per la partecipazione si trovano in www.studiverdiani.it
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Sep22015
L’Istituto verdiano come gli Uffizi?
Il direttore scientifico dell'istituzione si cerca con un bando internazionale