Il primo semestre del 2014 non solo propone risultati in crescita rispetto all’anno precedente, ma anche rispetto al 2012. Per la prima volta lo streaming, tra audio e video cresciuto del 95%, ha superato il download (sceso del 18%), e rappresenta oggi il 55% dei ricavi del digitale, rispetto al 34% del 2013. Complessivamente lo streaming ha generato 12,6 milioni di euro contro i 9,8 milioni del download.
Lo streaming audio, dominato da player come Tim Music, Spotify e Deezer, è cresciuto del 134% arrivando a 5,6 milioni di euro, mentre lo streaming video, sostenuto dalla pubblicità, tra YouTube e Vevo, è salito del 72% fatturando quasi 7 milioni di euro.
Ma i dati annunciati da Deloitte per Fimi, Federazione dell’industria musicale italiana, dicono anche che il mercato discografico italiano nel primo semestre del 2014 mostra rispetto ai trend precedenti un più contenuto declino del supporto fisico che si è mantenuto sostanzialmente stabile con un segno meno pari al 2% e corrispondente quindi a poco più di mezzo milione di copie vendute in meno rispetto all’anno precedente: quindi il cd rimane ancora il formato più diffuso nel pubblico.
Grazie ai diversi modelli di business innovativi e ormai disponibili per i consumatori la crescita complessiva del mercato discografico nei primi sei mesi di quest’anno è del 7% rispetto al 2013 (che per la prima volta mostrava un + 2% dopo undici anni consecutivi di declino) per un totale di 53,6 milioni di euro, dei quali il 43% proveniente dal segmento digitale .
Complessivamente i canali digitali nel primo semestre sono cresciuti del 20% fatturando 23 milioni di euro, contro un calo del segmento fisico del 2%, segmento che vale tuttora 30,7 milioni di euro.
Continua il trend positivo del vinile, salito del 36%, anche se in termini di fatturato e volumi si tratta ancora di un segmento estremamente contenuto: 98 mila copie vendute contro 4,1 milioni di compact disc in sei mesi per un valore di 1,3 milioni di euro, intorno al 2.6% del mercato.