Luigi Cozzolino, violino primo del Maggio, sfodera la sua arguzia toscana: "Vedere i grattacieli ondeggiare come canne al vento e la terra che balla come al luna park è un’esperienza unica". Poi si fa serio: "Ritengo che il Governo ci abbia colpevolmente abbandonati, minimizzando i rischi dopo averci mandati qui come Ambasciatori della Cultura: il classico chiacchiere e distintivo". Gli fa eco il basso Roberto Scandiuzzi, fra i primi a rientrare: "Serviva un intervento più tempestivo. Non voglio accusare solo il Maggio Musicale, ma anche l’ambasciata. È stato un tira e molla sulla nostra pelle; non so se tutti hanno la coscienza a posto".
Si parla di un maestro Mehta "urlante" per convincere i renitenti, di velate minacce da parte della sovrintendente Colombo. Se verificati, sarebbero sfoghi emotivi non adeguati al ruolo ricoperto. Se invece si tratta di calunnie, sta ai tribunali sanzionarne gli autori, ma il polverone mediatico di accuse e polemiche giova solo allo scarico di responsabilità. Il sindaco Renzi accusa la stampa e stavolta vuol rottamare l’Ordine dei giornalisti.
In certi momenti non è elegante parlare di soldi, tuttavia per i bilanci della Fondazione il colpo è duro. Gli organizzatori nipponici hanno investito 4 milioni di euro; il Maggio sarà pagato solo pro quota, avendo già anticipato 400mila euro per 200 posti su un charter Alitalia (compagnia di bandiera). Per mandare i C130 militari ci voleva quello stato d’emergenza che il governo del fare non ha firmato. Brucia il confronto con i paesi che hanno assistito ben altrimenti il rientro dei propri cittadini; ad esempio la Gran Bretagna ha evacuato fin del 13 marzo l’orchestra della BBC.
L’odissea continua. L’orchestra ne ha votato a maggioranza la continuazione "per onorare gli impegni presi", dice il comunicato emesso a Shanghai il 18 marzo. Per arrivarci ha dovuto fare scalo a Taiwan, e dovrà tornarci per rimbalzare verso India e Russia. Quarantena nucleare o puntiglio diplomatico da parte della Cina popolare? Al ritorno in patria, 92 fra coristi e personale di scena sono stati trovati positivi allo iodio 131; non pare grave ma servirà un follow-up clinico.
Gli oscuri eroi di questa apocalisse sono i melomani di Yokohama e di Tokyo. Privi di mezzi pubblici, hanno pedalato nel gelo siberiano pur di non perdere le uniche due recite di Tosca e Forza del destino, per le quali hanno pagato prezzi salati. L’opera laggiù non è sussidiata, un posto al Bunka Kaikan di Tokyo costa da 25mila a 52mila yen (222-462 euro). Anna Noferini, violino primo: "Siamo commossi quando i Giapponesi parlano di cultura e di musica italiana. In questi giorni ci hanno assistiti come dei parenti. Non una parola di disappunto: capiscono e ci augurano buon ritorno" (22 marzo 2011)
Carlo Vitali
Mar222011
Maggio in Giappone, ritorno con polemiche
Governo e ambasciata non sono stati tempestivi