Cos’hanno in comune il sovrintendente Alexander Pereira, i maestri Beranrd Haitink e Teodor Currentzis, i registi Robert Carsen e Simon Stone, l’editore Luca Formenton, l’organizzatore Carlo Fabiano, la cantante Asmik Grigorian e i direttori del Festival Verdi Anna Maria Meo e Donizetti Francesco Micheli? Molto più di quello che è lecito attendersi.
Il fascino irresistibile delle “nomination”, nel nostro ormai abituale bilancio di fine anno, è proprio quello di trovare un fil rouge tra personaggi apparentemente lontanissimi, scoprendone tendenze comuni nel modo di intendere la musica, la sua divulgazione e soprattutto il suo avvenire.
Dai risultati, i più variegati, che ci sono arrivati dalla nostra comunità di collaboratori, tutte firme storiche e autorevoli della critica e del giornalismo, emerge una costante: il coraggio, la tenacia, nel perseguire i propri scopi, anche quando sembrano sulla carta difficili o impossibili da realizzare. “Chi non rischia non vince” abbiamo titolato il pezzo che illustra i risultati del voto, che è pubblicato con tutti i dettagli del caso nel numero di dicembre di “Classic Voice”. Qui si può aggiungere: anche quando si perde, val la pena aver creduto nelle proprie idee.
Le motivazioni complete del nostro palmares, espresse dai critici e collaboratori di “Classic Voice” sono pubblicate nel numero di 247, in edicola o su www.classicvoice.com