In un 2021 ancora in piena transizione verso la normalità, il più grande teatro all’aperto d’Europa (primato mantenuto anche con una capienza più che dimezzata, per ora ridotta a 6.000 persone) affida la messinscena al suo team creativo interno, sotto la guida del sovrintendente Cecilia Gasdia. Nell’impossibilità di riallestire le dispendiose architetture scenografiche, viene in soccorso la tecnologia: “Useremo allestimenti più snelli – spiega Gasdia – meno invasivi soprattutto per le movimentazioni di retropalco. E nella narrazione troveranno spazio i capolavori dei musei italiani”.
A questo gemellaggio artistico, celebrato su un ledwall gigante di 400 metri quadrati che fungerà da video-scenografia, aderiscono la Biblioteca Apostolica Vaticana, il Parco Archeologico della Valle dei Templi, il Museo Egizio e il Museo del Cinema di Torino, il Museo dell’Ebraismo di Ferrara, quello di Arte Cinese di Parma, il Fellini Museum di Rimini, gli Uffizi di Firenze e la Fondazione Alinari. Ogni istituzione fornirà il materiale iconografico per mettere in dialogo il patrimonio artistico italiano con Cavalleria Rusticana, Pagliacci, Nabucco, Turandot (con Anna Netrebko), Traviata, il Requiem di Verdi e la Nona Sinfonia di Beethoven. Dopo l’apertura del Festival numero 98 con Riccardo Muti, assente in Arena da 41 anni, dal 25 giugno torna l’opera in forma scenica: Marco Armiliato dirige un cast formato da Sonia Ganassi (Santuzza), Murat Karahan (Turiddu), Clarissa Leonardi (Lola), Amartuvshin Enkhbat (Alfio) e Agostina Smimmero (Lucia), mentre nel capolavoro di Leoncavallo Marina Rebeka interpreta Nedda con il Canio di Yusif Eyvazov. Il 17 agosto l’atteso debutto areniano di Jonas Kaufmann (in recital).
La 98° stagione è partita anche nel segno del mecenatismo “local”. Nove secoli dopo il terremoto del 1117, che distrusse 67 colonne dell’anello esterno dell’Arena, 67 aziende si sono unite in una raccolta straordinaria di contributi a sostegno della Fondazione. L’impulso è partito da Sandro Veronesi, presidente di Calzedonia Group, e da Gian Luca Rana, amministratore delegato dell’omonimo pastificio. Con loro altri storici sponsor come UniCredit, Volkswagen e DB Bahn. L’appello del progetto “67 Colonne” ha generato uno scatto d’orgoglio anche nell’imprenditoria locale. In appena un mese è stato raccolto un milione e mezzo di euro.