La R che precede il numero d’opera nel catalogo vivaldiano sarà sostituita da una S? Peter Ryom, lo studioso danese, nato a Copenhagen nel 1937, che a partire dagli anni Settanta ha dato un impulso decisivo alla sistemazione del lascito vivaldiano, ha ora passato la mano a Federico Maria Sardelli.
Ma la sigla RV (Ryom Verzeichnis, catalogo in lingua tedesca, secondo consuetudine) non diventerà SV.
“E’ un grande onore per me ricevere questo incarico, con l’appoggio della Fondazione Cini di Venezia, nella consapevolezza che il tesoro vivaldiano non è stato ancora del tutto esplorato, come testimoniano anche recenti ritrovamenti”, dice il musicista toscano, nato a Livorno, residente a Firenze. Fondatore dell’orchestra Barocca Modo Antiquo, incuriosito oggi anche da esperienze direttoriali indipendenti, Sardelli è, anche, un disegnatore e scrittore di rarissima arte caustica, al punto da diventare una delle firme storiche del Vernacoliere, il solo periodico di satira politica e di costume rimasto in Italia. “Il barocco amava l’arte della meraviglia, il piacere della trasformazione della realtà: la satira fa questo, no?”, dice ridendo tra baffi e chioma. (18 novembre)
Sandro Cappelletto