orchestra Gewandhausorchester
direttore Riccardo Chailly
5 cd Decca 478 2721
La domanda ricorrente ad ogni nuova uscita è se ci sia ancora spazio per un’altra integrale delle sinfonie di Beethoven. D’altronde nessun grande direttore può resistere alla tentazione di inciderne una tutta sua, specialmente se è a capo di una grande orchestra. E nella fattispecie, dell’unica orchestra che possa reclamare il diritto storico a una sorta di primogenitura, essendo stato proprio il Gewandhaus di Lipsia ad eseguire per la prima volta tutte e nove le sinfonie, quando il compositore era ancora in vita, sotto la direzione del maestro di cappella di allora Johann Philipp Christian Schulz. Qual è la cifra distintiva di Chailly? Dalla Decca avevano fatto sapere che si trattava dell’unica edizione fedele al metronomo di Beethoven: argomento ghiotto quanto vago trattandosi di un’annosa, irrisolvibile vexata quaestio, che il maestro italiano ha tuttavia sviscerato in parallelo a un analitico esame della prassi esecutiva novecentesca, della quale ha individuato i tre punti di svolta in Toscanini, Karajan e Gardiner. L’esito più appariscente di tanto approfondimento risiede effettivamente nei tempi, senz’altro più serrati del consueto ma con valori e finalità espressive logici e mai esibizionistici. Assolutamente catturante, il passo narrativo di primo acchito sembrerebbe far leva solo sui contrasti, ma ben presto ci si accorge di quanto essi siano strettamente legati a una concertazione nuova e nervosa, e alle mille sfumature cromatiche ottenibili – quando le si sanno richiedere – soltanto da un’orchestra di questa levatura.
giancarlo cerisola