[violinista e direttore] Nigel Kennedy
[orchestra] Polish Chamber Orchestra
[cd] Emi 0946 3 95373 2 7
Siamo sicuri che la rilettura dei classici debba passare per forza dalla porta della filologia nella spasmodica ricerca di farci rivivere la percezione e le sensazioni dei contemporanei? Nigel Kennedy, l’enfant terrible del violinismo contemporaneo, pensa invece che i classici possano darci emozioni più profonde se rimeditati col gusto e il linguaggio dei nostri giorni. Solenni e turgide, le prime battute del concerto di Beethoven ci spiazzano: lo vediamo austero sul podio della sua Orchestra da Camera Polacca avviarsi a una lettura nel solco della più consolidata tradizione romantica. Presto, però, capiamo come la densità dello strumentale sia finalizzata a sottolineare un uso della dinamica e dell’agogica assolutamente personale e a esaltare un’originalissima cifra dialogante fra violino solista e orchestra fatta di sorprendenti rubati e glissando mozzafiato, che raggiunge l’acme nelle due cadenze: la prima, audace rivisitazione di quella famosissima di Fritz Kreisler, la seconda di sua totale invenzione. Ma dove lo vediamo levarsi il frac e rimettersi il chiodo è nelle cadenze di sapore jazzistico – con Michal Baranski al contrabbasso – del Concerto n. 4 K 218 di Mozart: soprattutto in quella dell’Allegro, dove l’improvvisazione assume i contorni di una rapinosa rapsodia orientaleggiante. Come ideale bis, con lo stesso contrabbassista, un suo arrangiamento di una leggenda del jazz: Horace Silver.
Giancarlo Cerisola