pianoforte Rudolf Buchbinder
9 cd Rca 88697875102
Più giovane di una generazione rispetto a quella dei viennesi “storici”, diciamo, i Badura-Skoda, Demus, Gulda (che però subito spiccò un volo solitario), Buchbinder (allievo dello stesso maestro di Gulda, Bruno Seidlhofer) appariva con la sua non comune facilità meno calato nel contesto, molto spontaneo fino a sfiorare la genericità. Giudizi che si sono via via decantati con il cammino verso la maturità e che oggi possiamo avvertire come ombre del passato, riscattati da una più consolidata consapevolezza che tuttavia non ha spento quella sua vocazione comunicativa. Testimonianza eloquente questa integrale beethoveniana, realizzata dal vivo a Dresda tra il settembre del 2010 e il marzo del 2011. Già anni fa Buchbinder aveva affidato al disco il “monumento”, infinite volte proposto in pubblico nel corso della carriera: una frequentazione lunga e intensa di cui ora, alle soglie dei sessantacinque anni, l’interprete sembra cogliere i frutti, offrendo una rivisitazione che trova le sue ragioni proprio nel tono conversativo, nell’affabilità con cui Buchbinder sembra prolungare nella lettura beethoveniana quei tratti, di sorpresa e di ironia anche, che già aveva potuto individuare nella sua lunga esplorazione haydniana, affidata anch’essa al disco. Un’idea di continuità dunque che va producendo un senso di avvolgente confidenza nel modo di liberare il discorso da strettoie formali troppo determinate e di snodare una dialettica sempre molto esplicita, con un suono che respira, nella confessione come negli atteggiamenti dichiarativi. Forse non vi saranno le rivelazioni metafisiche nell’ascolto delle opere più tarde ma rimane pur sempre una proposta di sicura presa.
