quintetto Bartholdy cd Wdr 8553348 prezzo 17,90
Registrato dalla Radio di Colonia (Wdr), è il primo cd del Quintetto Bartholdy, formato da Anke Dill e Ulf Schneider (violini), Barbara Westphal e Volker Jacobsen (viole), Gustav Rivinius (violoncello): questi cinque musicisti nel 2009 (centenario della nascita di Mendelssohn) hanno deciso di formare stabilmente un quintetto d’archi con due viole, idea inconsueta, perché di solito per eseguirne il meraviglioso repertorio, da Mozart a Brahms, si unisce una seconda viola a un quartetto (analogamente a quanto si fa per i quintetti con due violoncelli). Per il debutto discografico il Quintetto Bartholdy ha compiuto una scelta intelligente e raffinata, registrando le opere di due autori che si sono dedicati una volta sola a questa formazione cameristica. Il Quintetto in fa maggiore (1879) di Bruckner si ascolta raramente, anche se è uno dei suoi grandi capolavori, composto nella piena maturità all’epoca della Sesta Sinfonia (ma nell’intensità lirica fa presagire la Settima): la scelta dell’organico cameristico (dovuta alla richiesta di Josef Hellmesberger, che a Vienna era primo violino del quartetto omonimo) non comporta un cambiamento delle prospettive formali e inventive di Bruckner. Rarissimo è il Quintetto in re minore che Zemlinsky compose a Vienna nel 1894-95, prima del Trio con clarinetto op. 3: è una significativa opera giovanile, e suscitò qualche critica da parte di Brahms (come racconta l’autore nei suoi ricordi), rimase inedita e andò in parte perduta. Ne conosciamo soltanto il primo e l’ultimo tempo, che rivelano la formazione “brahmsiana” di Zemlinsky al Conservatorio di Vienna (riconoscibile anche nella concezione più “leggera” del Finale), talvolta con tensioni espressive e dissonanze che vanno oltre il modello. Il Quintetto Bartholdy rivela con finezza e sicura adesione i caratteri dei due pezzi, e nel capolavoro di Bruckner sembra esaltare soprattutto gli aspetti lirici e contemplativi.
Paolo Petazz