clavicembalo Andrea Chezzi cd Brilliant Classics 94839 prezzo 6,80
Prima che la musica entrasse nell’era della riproducibilità tecnica, la riduzione di grandi pagine operistiche e orchestrali aveva il suo fiorente mercato, così manoscritto come a stampa, ad uso di una pratica domestica che sbaglieremmo a pensare di livello sempre scadente o dilettantesco. Le otto “Sinfonie berlinesi” di Carl Philipp Emanuel Bach, composte fra il 1741 e il 1762 mentre il figlio di tanto padre era cembalista di Federico il Grande, poco differiscono nella forma dall’ouverture teatrale italiana in tre movimenti; altrettanto si dica dell’organico, ampliato negli anni dalle quattro parti di archi fino a includere legni, trombe e timpani.
Il presente album, ristretto all’avaro formato di 47’43’’, ne antologizza la metà (Wq 122, 1-3 e Wq 176) in arrangiamenti cembalistici d’epoca forse in parte riconducibili allo stesso autore e comunque tutti di buona appropriatezza idiomatica. Oltre alla tavolozza timbrica resta ovviamente appiattita quella dinamica, benché l’interprete si prodighi a supplirvi con abili artifici di tocco, registro e ornamentazione, più modesti raddoppi e aggiunte di parti interne. Lo strumento è un sonoro Andrea Colzani copia di antico, accordato a 415 Hz con temperamento Werkmeister III.
Tutto assai professionale e di godibile ascolto; resta però l’interrogativo sui fini di operazioni come questa. Al solista offrono l’opportunità di ampliare il repertorio, allo studioso spunti di riflessione sugli usi sociali della musica da accostare agli arrangiamenti organistici di Bach padre da Vivaldi e Albinoni o alle sinfonie di Beethoven trascritte da Liszt. Ma per l’odierno musicofilo, cui è facile procurarsi gli originali orchestrati, il ricorso al surrogato monocromo sarebbe sintomo di uno snobismo paradossale; come chi, tenendo in garage un quadro autografo di Raffaello, ne appendesse in salotto la pur pregevole incisione coeva di Marcantonio Raimondi.
Carlo Vitali