Classicamente Musiche di Busoni

organo  Paolo Bottini
cd Bongiovanni GB 5191-2                                           
prezzo 15,90

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Un singolare, affettuoso tributo che Paolo Bottini, organista cremonese con un ricco curriculum, ha voluto dedicare all’amatissimo Busoni in occasione del centocinquantenario della nascita. Affettuoso, per la dedica alla straordinaria personalità di Sergio Sablich, nell’impegno strenuo rivolto dallo studioso prematuramente scomparso all’approfondimento dell’opera di Busoni; e pure  nel rimarcare l’origine empolese  del musicista nella scelta dello strumento, l’organo della Collegiata della cittadina toscana. Singolare, per la destinazione organistica di pagine nate per il pianoforte, trapasso che Bottini, eccellente esecutore, ritiene legittimo sulla base di quel principio della “unità della musica” quale momento centrale del pensiero busoniano, musica indipendente dal  “mezzo sonoro impiegato” come l’ultimo Busoni indicava nell’Abbozzo di un’introduzione alla partitura del Doktor Faustus, affermazione che ci riporta a quella idea di “nuova classicità” che il pianista andò teorizzando e perseguendo con tensione utopica, come sempre si usa dire nel tentativo di definire un ruolo del compositore entro lo sfaccettato spettro della contemporaneità. Visione di cui non sembra facile cogliere significativi indizi nelle pagine scelte da Bottini, pagine tutte  appartenenti a quella precocissima vena creativa del giovane Busoni, autore all’età di dodici anni di decine e decine di composizioni in cui si riflette una straordinaria prensilità rispetto a quelle linee che hanno guidato la sua formazione, dapprima nella mitteleuropea Trieste poi a Graz dove l’orizzonte si allargherà verso l’orizzonte della tradizione romantica tedesca. Tratti che si possono cogliere nelle pagine proposte, in alcuni Preludi in particolare, nelle Macchiette medioevali, nei Racconti fantastici, opere tutte collocata al di là di quella barriera che lo stesso Busoni segnò in maniera netta nel proprio catalogo, ad indicare il momento a partire dal quale riteneva di riconoscersi.
Gian Paolo Minardi

 

 

 

 


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306 Novembre 2024
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