Desmarest Circé

interpreti V. Gens, C. Mutel, C. Achille, M.Vidal, N. Courjal
direttore Sébastien d’Hérin
orchestra Les Nouveaux Caractères
2 cd Château de Versailles Spectacles
CVS 085

Morto Lully nel 1687, parecchi compositori cui un decreto reale vietava di scrivere per l’Académie Royale de Musique si buttarono a capofitto, tutti comunque “lullisti” in misura maggiore o minore.
Henri Desmarest riscosse enorme successo con la sua Didon (fu preferita alla Médée di Charpentier, ma la storia ha ampiamente ribaltato il giudizio), cui fece seguire Circé nella quale accettò i versi banalotti di Madame de Saintonge, su un’altra galassia rispetto al Quinault di Lully. Molti personaggi minori affiancano Ulisse e Circe, molti accadimenti magici per le danze, molti passaggi deputati allo sfoggio della gran retorica gloria della tragédielyrique.
Gloria alla quale solo Véronique Gens si dimostra all’altezza nei passi declamati, laddove in pessima forma appare nel canto, parecchio duro in alto e con cospicua difficoltà nello sgranare una peraltro non proibitiva coloratura. Rose e fiori rispetto al tremulo vibratino stretto di Caroline Mutel e al desolante piattume espressivo di Cécile Achille. Molto rutilante e alla perenne ricerca dell’effetto facile la direzione.
Elvio Giudici


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