viola G. Causséorchestra Filarmonica del Lussemburgodirettore Pierre-André Valadecd Timpani 1C1112
La centralità della figura di Hugues Dufourt nell’ambito della cultura contemporanea non si deve valutare tenendo conto solo la sua figura di compositore tout court, ma anche guardando all’impressionante statura intellettuale di saggista, polemista, musicologo. Pioniere, negli anni settanta, della scuola cosiddetta “spettrale”, che si dedicava all’analisi della vita interiore dei suoni, Dufourt non ha mai interrotto la sua ricerca, arrivando – negli ventennio 80/90 – a risultati molto diversi da quelli di partenza. In Le cyprès blanc (2004), per viola e orchestra, sono evidenti gli echi dalla tradizione musicale, in particolare Schönberg (per alcuni passaggi d’inaudita forza espressionista) e Debussy (per il rapporto tutt’affatto particolare tra solista e orchestra, orientato sulla ricerca, per quanto possibile di un colore comune), anche se essi sono riletti alla luce di una nuova sensibilità, che si situa in limine, ossia articolandosi in delicatissimi passaggi e oscillazioni timbriche minimali. Esemplare, in questo senso, l’interpretazione del violista Gerard Caussé, grande e appassionato alfiere della musica d’oggi, egregiamente accompagnato da Pierre-André Valade alla testa dell’ottima Filarmonica di Lussemburgo. Il disco è completato da un pezzo, Surgir, di dieci anni anteriore rispetto al precedente, che ricorda l’amore di Dufourt per le percussioni, la cui presenza massiccia e costante – accanto a un’enorme orchestra di quasi cento musicisti – serve quasi da tappeto sonoro, in modo tale da esaltare, anche in forma ideologica, una certa essenza “bruitistica” del fare e pensare la musica oggi. Ancora una volta da lodare senza riserve l’esecuzione dell’orchestra lussemburghese, diretta con mano sicura e mente lucida da Valade.
Carmelo Di Gennaro