interpreti E. Wall, M. Fujimura, C. Elsner, L. Li direttore Mariss Jansons coro e orchestra Sinfonica della Radio Bavarese cd Br Classic 900142
Scritto tra il 1876 e il 1877, lo Stabat Mater di Dvorák molto risentì del peculiare stato d’animo che aveva connotato quel periodo della vita del suo autore: tre dei suoi piccoli figli s’erano prematuramente spenti e al compositore era parso inevitabile collegare la sequenza attribuita a Jacopone da Todi al luttuoso evento di quelle perdite ma tenendo per fermo, non il solo doloroso compianto familiare bensì anche la fiducia del religioso fervente che era in lui nella beatitudine della vita eterna che accompagnava quel lutto. Tracce di tal mistura di dolore e speranza si reperiscono con facilità in questa partitura di malinconica dolcezza, dominata in pari misura dalla gravità dell’rchitettura contrappuntistica come dalla particolare vena lirica che ne impreziosisce il dettato. L’esecuzione che qui se ne ascolta parte da un incontrovertibile punto di vantaggio, la compresenza di un direttore e di una compagine corale e orchestrale di eccelso rango quali Mariss Jansons e il Coro e l’Orchestra Sinfonica della Radio Bavarese, strumenti di livello preclaro alla definizione di un’opera corale di qualche non piccolo struggimento (e qua e là, mi si perdoni, di qualche piccola noia). Insomma, che il buon Dvorák non avesse la statura di Rossini, Verdi e Brahms non lo scopriamo adesso, ma nulla toglie che anche l’ascolto di questo Stabat possa procurare qua e là discreta delizia. S’è detto della nobiltà del gesto di Jansons come dei toni di sofisticata gravità e finezza dei complessi bavaresi; potrà aggiungersi che non disprezzabile pare l’apporto dei quattro solisti di canto convocati per l’occasione, per quel che mi concerne con una nota di particolar merito per il luminoso colore del soprano canadese Erin Wall.
Aldo Nicastro