violino Marat Bisengaliev
pianoforte Benjamin Frith
oboe Camilla Bisengalieva
direttore Bundit Ungrangsee
orchestra West Kazakhstan Philharmonic
3 cd Naxos 8.572643-45
Il compositore che aveva riportato l’Inghilterra musicale sulla scena internazionale, Edward Elgar, poco dopo la Grande Guerra si escluse da un mondo nel quale lui, cresciuto sotto Vittoria ed Edoardo VII, non si sentiva più a casa. La sua musica è senz’altro debitrice della scuola tedesca e non dei compositori inglesi del XVI e XVII secolo, dei quali invece si nutrì Vaugham Williams, l’altro astro del pentagramma inglese del Novecento. Le ascendenze romantiche di Elgar affiorano anche nella sua musica per violino, di cui ascoltiamo una serie di registrazioni effettuate fra il 1998 e il 2010 dal kazako Marat Bisengaliev. Nella pagina più conosciuta e pervasa da un alone di mistero, il Concerto op.61 del 1910, destinato al mitico Fritz Kreisler, il solista è accompagnato – come nella luminosa Serenata per archi op.20 del 1892 – dall’esemplare West Kazakhistan Philharmonic, l’orchestra da lui stesso fondata nel 2003, diretta dal thailandese Bundit Ungrangsee. Il pianista inglese Benjamin Frith è invece suo partner sia nella Sonata per violino e pianoforte op. 82, del 1918 – pagina ora audace e vigorosa, ora immaginifica e cullante, senz’altro fra le più significative del catalogo cameristico di Elgar – sia in ben trenta Miniature, intendendo con tale sommaria definizione brevi composizioni (cinque minuti la più lunga) di gradevolissimo intrattenimento salottiero. L’ultima miniatura è la magistrale, brevissima Fuga per violino e oboe nella quale, più che accompagnato, è assecondato dalla compatriota Camilla Bisengalieva. Da solo, infine, affronta gli Studi caratteristici op. 24 di sapore vagamente, o meglio timidamente, paganiniano.
di giancarlo cerisola