pianoforte Matteo Napoli
cd Naxos 8572263
Relegate per molto tempo in qualche antologia di cembalisti italiani, o resuscitate in un caso più unico che raro dal quel grande alchimista del pianoforte che fu Michelangeli, le sonate di Galuppi stanno vivendo un nuovo periodo di fortuna, almeno discografico, grazie alla Naxos e al pianista Matteo Napoli, che presentano una integrale che si affianca a quella recente di P. Seivewright per la Divine Art e al disco antologico di Andrea Bacchetti per la Rca. Quanto queste integrali siano attendibili relativamente al numero di sonate considerate è tutto da vedere, perché delle circa 130 sonate che si presume siano di mano del musicista di Burano – la maggior parte delle quali catalogate nel 1969 da Hedda Illy e nel 1972 da David Pullmann – solamente una dozzina erano state pubblicate a Londra ai tempi dell’autore. Anzi, in occasioni discografiche come questa, sarebbe opportuno che maggiori informazioni a proposito venissero allegate ai cd. È chiaro che l’interesse editoriale di queste pubblicazioni sopravanza quello che può essere il valore interpretativo; Matteo Napoli si muove comunque perfettamente a proprio agio su un terreno che non pone grandi problemi di tecnica e di insight.
di Luca Chierici