cd Sony 88725441362
Per il trentennale della morte di Glenn Gould la casa discografica cui il grande pianista ha offerto la sua lunga collaborazione, la Columbia, oggi Sony, ha offerto una rara primizia, rimasta chiusa negli archivi per una vicenda singolare, oltremodo significativa della personalità di Gould; si tratta dei sei Lieder di Strauss che il pianista aveva registrato con Elisabeth Schwarzkopf, la grande cantante di cui Gould da sempre si era dichiarato un “fanatico ammiratore”. Un sogno, dunque, quello di poter registrare con lei le pagine di quello Strauss che Gould amava senza limiti, “la più grande personalità musicale del nostro secolo”, diceva. Sogno avveratosi, ma solo a metà, in quanto durante le sedute di registrazione l’incontro tra due personalità così diverse risultò non poco problematico: “Era un enigma”, ricorderà la Schwarzkopf rimarcando come il rigore con cui lei seguiva il testo non trovava riscontro nel modo rapsodico con cui Gould si esprimeva alla tastiera; rimanendo poi lui estraneo alle operazioni di controllo delle registrazioni dove una certa intesa avrebbe potuto ristabilirsi . Risultato: le sedute di registrazione si interruppero prima del termine previsto e solo dopo quindici anni la cantante diede l’autorizzazione a pubblicare solamente tre dei sei lieder, gli Ophelia- Lieder. Pagine che ora possiamo riascoltare insieme agli altre tre lieder rimasti muti, Wer lieben will, muss leiden, Morgen, Winterweihe, un ascolto per vari motivi avvincente, quanto poteva esserlo stato per il pianista che in una nota intervista confesserà di aver “sentito un brivido salirmi su per la colonna vertebrale: avevamo la sensazione che, per quanto diversi e insoliti fossero i nostri rubati l’uno rispetto all’altro, lo spirito di avvicinarci al pezzo risultasse assolutamente identico”. Certo, si avvertono due atteggiamenti diversi di rivivere il tracciato musicale, soprattutto nel modo con cui Gould va delibando gli accordi, quell’inizio stupefatto di Morgen ad esempio, spremendone ogni nota come una perla preziosa, interrogandola fino allo spasmo. Espressione di quell’amore che portava per Strauss, testimoniato in questo stesso disco dalla registrazione della Burleske realizzata nel 1967 con l’Orchesttra di Toronto diretta da Vladimir Golschmann e, in maniera ancor più coinvolgente da un’altra primizia recuperata da una registrazione privata del 1955: Gould che prova da solo la Burleske, cantando la parte dell’orchestra, entusiasmante.
Gian Paolo Minardi