Pianoforte Oliver Schnyder
Academy of St.Martin in the Fields
Direttore Andrew Watkinson
cd Rca Red seal 88725 40593 2
Si può ricomporre nella sequenza dei tre Concerti un momento della vita creativa di Haydn – tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni ottanta – significativo nel cogliere il trapasso, impalpabile e pur sensibile, tra la visione “galante” e quella più morbidamente penetrante della Empfindsamkeit, tratto che trova una sua innegabile evidenza nella forma concertante e più in particolare in queste opere scritte per una tastiera che se poteva ancora essere quella del clavicembalo, non escludeva quella più moderna del fortepiano, strumento che Haydn praticava, (arriverà a possedere uno strumento viennese Wenzel Schantz); come molti altri, del resto, pur non essendo un virtuoso di nessuno di essi, stando alla sua dichiarazione all’amico Griesinger: “Non sono mai stato un genio degli strumenti ma ne conoscevo la forza e il funzionamento di ciascuno”. Né va dimenticato in questo approdo alla moderna tastiera la lezione di Carl Philip Emmanuel Bach che Haydn riterrà il suo primo, vero maestro. Per dire dei fermenti che percorrono questi tre Concerti e che il pianista svizzero Oliver Schnyder sembra avvertire con consapevolezza osservando la varietà di umori con cui va distendendo il discorso, un pianismo nitido, scorrevole il suo ma senza compiacimenti puramente tastieristici; lo si può capire anche dalle cadenze da lui stesso elaborate, come divagazioni leggere, vagamente jazzistiche, mai prevaricanti tuttavia.
Gian Paolo Minardi