Haydn – Sonate per pianoforte vol. 3

Haydn - Sonate per pianoforte vol. 3

pianoforte Marca-André Hamelin
2 cd  Hyperion CDA 67882 

Siamo con questo cofanetto alla terza tappa della prodigiosa impresa affrontata dal pianista canadese dell’integrale sonatistico haydniano per la quale sono state spese più che giustificatamene alte lodi. Anche questi due nuovi cd rendono più che motivata l’ammirazione. Ciò che colpisce, ancor più dello straordinario gioco pianistico – che qualche dubbio preconcetto aveva destato in chi vedeva il mondo di Hamelin racchiuso entro il riservato dominio, riservato davvero a pochi, del più spericolato virtuosismo – è proprio la capacità di piegare questa sua impareggiabile abilità alle ragioni racchiuse nella pagina e di tradurne il senso della sorpresa – nucleo centrale della originalità del musicista di Rohrau – in un ventaglio sonoro di impagabile fragranza. Poteva risolversi in una lettura scorrevolmente fluida ma indifferenziata e invece ciò che sorprende durante l’ascolto di questi dischi è la straordinaria ricchezza di atteggiamenti che Hamelin riesce a scoprire in ogni Sonata ricomponendo così la varietà di modi attraverso i quali il compositore nella sua lunga vita creativa è andato sviluppando l’idea sonatistica; con sortite sempre di grande originalità anche quando sembra prolungare, come nella prime Sonate riunite nel primo cd, retaggi appartenenti alla cultura viennese del primo settecento. Ma poi ecco l’interprete trovarsi di fronte a scorci inattesi, come quelli della Sonata in do minore (Hob.XVI:20) che apre il secondo cd la cui drammaticità – siamo in pieno “Sturm und Drang”- Hamelin traduce senza eccedenze, operando con sottigliezza così da coglierne le velature elegiache e al tempo stesso con quell’ampiezza di respiro che, nelle movenze recitative, lascia filtrare l’ombra di Carl Philip Emmanuel. Un percorso sempre guidato da un’idea, sembra dirci Hamelin con la sua capacità di far rivivere sulla tastiera del moderno Steinway la mobilità di trapassi strumentali che hanno accompagnato la nascita di queste Sonate, dal probabile clavicembalo delle prime al più sonoro Broadwood per il quale l’Haydn londinese concepì le sue ultime, tra cui quella mirabile nella sua stringatezza che conclude questa affascinante tornata.
Gian Paolo Minardi


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306 Novembre 2024
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