violino Amandine Beyer
2 cd ZigZag 110902
Le Sonate e Partite per violino solo di Bach, opere fra le più registrate in assoluto, “esame di maturità” di ogni violinista, sono talmente connaturate alla storia esecutiva del loro strumento e alle aspettative di ciascun violinista che rischia di essere improprio trattarne ogni nuova pubblicazione come fosse un’alternativa discografica. Gli interpreti che ne hanno le capacità e che se ne vedono offrire la possibilità, avendole studiate obbligatoriamente sin dalla scuola, le incidono e basta, alcuni anche più di una volta. Ai critici il compito, infinitamente più semplice ma non elementare, di non fotocopiare la loro recensione tutte le volte (almeno una o due all’anno) in cui sono chiamati a scriverne. Con Amandine Beyer, successore di Chiara Banchini alla cattedra di violino della Schola Cantorum di Basilea, abbiamo una visione “modello” delle sei celeberrime sillogi, tale da non destare scalpore né per esibizione virtuosistica né per idiosincrasie (e neppure nell’ampiezza della gamma dinamica che talora vorremmo più ampia). Gli elementi di maggior interesse vanno ricercati nella capacità del buon musicista (a contatto con repertorio, come questo, mai esausto) di aprire qualche nuova prospettiva laddove – per esempio nella Fuga della Seconda Sonata, o nella Bourrée della Terza Partita – si pensava di aver già notato tutto da qualsiasi punto di vista, oppure nell’andamento ritmico spigliato e ricco di “ineguaglianze”. Coerente, per un inquadramento più completo del contesto in cui Bach operò, l’inserimento in chiusura di programma di una Sonata a solo di Johann Georg Pisendel, anello di congiunzione tra Vivaldi e Bach.
carlo fiore