violino Vadim Repin
pianoforte Nikolai Lugansky
cd Dg 477 8794 GH
Abituati da anni a fare musica insieme, i due musicisti russi suonano ormai come un solo strumento, con un unico respiro e un’assoluta unità d’intenti. Un incontro e un’intesa ideali di due ben delineate e diversissime personalità: da una parte l’esuberante Repin, e dall’altra il riflessivo Lugansky. Come ideale è l’incontro con tre compositori che in comune hanno soltanto l’amore sviscerato che i due interpreti riservano loro. Appassionata e rapsodica, venata di lontani motivi popolari, la sonata di Janácek – l’unica compiuta delle tre cui mise mano – è permeata di quel fascinoso intimismo ch’è cifra imprescindibile dell’autore. Di Grieg ascoltiamo la seconda delle sue tre amatissime sonate: pagina molto onerosa per gli interpreti, impegnati a nascondere una inequivocabile debolezza strutturale in materia di contrappunto, di scrittura canonica, di fusione delle voci dei due strumenti. Dulcis in fundo, in una lettura vitalissima e ricca di contrasti, la regina delle tre sonate: quella di Franck, incontestabile capolavoro della musica cameristica francese dell’Ottocento, nella quale l’autore adotta ancora il sistema ciclico, ma con la particolarità che il tema principale non s’impone al motivo secondario.
