ensemble Les Musiciens de Saint-Julien direttore François Lazarevitch cd Alpha 189
Nel quadro di un rinnovato interesse per la polifonia tra Tre e Quattrocento (e per lo stile che la musicologia definisce come “Ars subtilior”), riceviamo un disco incentrato su brani dedicati alla tematica bucolica di Robin e Marion, con brani di anonimo, Baude Cordier, Solage, Jacob Senleches, Johannes Ciconia, Matteo da Perugia e ovviamente (ma in minor misura) di Adam de la Halle, autore proprio del “Jeu de Robin et Marion” che di questo tema è la versione principale (già presente in diverse alternative discografiche). Molto opportunamente il disco specifica con precisione non solo i manoscritti utilizzati ma anche i (pochi) passaggi interpolati dagli interpreti o redatti per colmare qualche lacuna delle fonti. L’esecuzione guidata da François Lazarevitch, caratterizzata da un’estesa gamma timbrica e dinamica offerta dalla moltitudine di strumenti impiegati – di per sé un notevole elemento d’interesse verso questa incisione – non è puro e semplice sfoggio di sonorità ma allude a un contrasto culturale tra strumenti “bassi” e strumenti “alti” (in senso ideologico prima che acustico), tra lo spazio sonoro interno (della corte, per esempio il liuto, l’arpa, la viella) ed esterno (della strada, per esempio le percussioni, la cornamusa, la bombarda, la tromba) che per le vicende di Robin e Marion ci sembra particolarmente pertinente, specialmente se di esse non si dia solo l’archetipo ma se ne tracci anche un secolo di storia della ricezione in Francia.
Carlo Fiore