23 CD Decca 4870009
Si parte dai primi anni Settanta e si arriva a fine millennio: una carriera senza crepe o passi falsi, tutta ai massimi livelli d’eccellenza
vocale e quindi di dovuti riconoscimenti da parte dei pubblici di tutto il mondo. Compare in disco nel ’69 come Dimitri nell’orrida Fedora
cantata malissimo da Olivero e Del Monaco; è damigella di Margherita-Sutherland degli Huguenots; ancora Contessa di Ceprano nel Rigoletto con Milnes-Sutherland-Pavarotti, e fanciulla fiore nel Parsifal di Solti: ma già nello stesso 1972 spicca il volo come Elvira, e il disco conserva tutti i personaggi per i quali è divenuta e restata celebre, di conserva a recital da camera invariabilmente magnifici e che l’hanno portata in ogni angolo del globo quale incontestata simbolo inglese quantunque di nascita maori (basti ricordare la sua partecipazione, con uno sfolgorante “Let the Bright Seraphim” dall’händeliano Samson, alle nozze – infauste, ma non si sapeva – di Carlo e Diana; e che delizia vederla, bellissima come sempre, nei panni di Nellie Melba incantare gli upstairs e downstairs di Downton Abbey…).
I 23 cd contengono tutte le tappe artistiche di questa voce stupenda (ogni paragone possibile – miele, crema, velluto, oro e argento – è stato impiegato per descrivere un timbro privilegiato in fatto di dolcezza e morbidezza, esaltate dalla sontuosità d’una cavata ampia, omogenea, poggiata proiettata e governata con tecnica perfetta): le grandi parti mozartiane, straussiane, verdiane, del repertorio francese; ma anche i moltissimi brani concertistici e da camera, distesi in un ventaglio amplissimo che da Strauss va alle canzoni di Porter e Bernstein passando per Canteloube, Purcell, Berlioz, Fauré e moltissimi altri. Un monumento.
ELVIO GIUDICI