direttore Semyon Bychkov orchestra Czech Philharmonic cd Pentatone
Ad ogni nuova uscita si fanno più chiare le sembianze dell’integrale mahleriana che Pentatone ha affidato a Semyon Bychkov, che aggiunge con questa Prima Sinfonia la sua vetta più affascinante, almeno tra i capitoli stampati fino ad ora. Una registrazione in cui la Filarmonica Ceca si esalta in tutto il suo virtuosismo, che non è tanto quello del pilotaggio spericolato nello stretto ma piuttosto una questione di ricchezza di colori ed espressione, a ricreare quell’universo “che dovrebbe comprendere tutto” immaginato dal compositore, un mondo antico pieno di suggestioni e rimandi, echi della natura, corni da caccia, danze rurali, gruppi klezmer e allusioni a melodie popolari. È un suono, quello dei cechi, duttile e straordinariamente morbido, in cui peso e densità non sono mai nemici della chiarezza.
Quanto all’approccio di Bychkov, ormai si è capito dove va a parare. Non è un Mahler contrastato né impressivo – pur esibendo i muscoli quando è necessario – ma ambrato e suadente, blandito con dolcezza, che predilige la piccola scrematura all’esasperazione, la microgradazione al bagliore accecante. Certo va in controtendenza rispetto agli approcci più rutilanti che si sono imposti nel tempo, e per questo è forse meno incline a dare nell’occhio, ma non ha solo nell’esclusività e nell’organicità di visione le sue ragioni d’essere: è innanzitutto l’approdo di un musicista ormai giunto alla maturità e totalmente disinteressato alla “retorica” dell’opera mahleriana.
Paolo Locatelli