direttore Valery Gergiev
orchestra London Symphony
sacd Lso live LSO0664
Sono di grande interesse le interpretazioni mahleriane di Gergiev, anche se il rischio di qualche delusione è sempre in agguato. In questa Quinta registrata dal vivo nel settembre 2010 ho avuto l’impressione di una chiave di lettura eccessivamente frammentaria, tesa a individuare (talvolta anche con forza visionaria) i singoli momenti e aspetti con abbandoni che fanno perdere di vista la complessità, la ricchezza e ambiguità della costruzione sinfonica. Sta a sé il caso limite dell’Adagietto, non tanto per la dilatazione a 10’35’’, che ha qualche illustre precedente; ma perché Gergiev deliba la dolcezza di questa lirica parentesi con estenuato compiacimento, davvero sdolcinato, mentre la delicatezza di questo pezzo (che non si dovrebbe mai isolare dal contesto della Quinta) richiede una assoluta purezza espressiva e una misura sorvegliatissima. Gli altri movimenti, e in particolare lo straordinario Scherzo, presentano spesso esiti frammentariamente di fortissima suggestione, con accensioni violente e visionarie, ma non sempre persuasive. Non persuade, per fare un solo esempio, la eccessiva, strascicata lentezza di certe apparizioni del secondo tema nel secondo tempo (non nell’esposizione); ma l’elenco dei rallentamenti che suscitano perplessità potrebbe essere lungo, e va inquadrato, credo, nella tendenza frammentaria di cui ho già parlato.
di Paolo Petazzi
