direttore Alexander Rudin orchestra Ural Youth Symphony cd Fuga Libera
Nikolaj Mjaskovskij, nato nel 1881 nei pressi di Varsavia ma di formazione pietroburghese, è, se non è il più celebre sinfonista russo, senza dubbio tra i più prolifici, almeno tra quanti sono entrati stabilmente nel repertorio. Non è stata tuttavia la sua penna inesauribile ad averlo consacrato come il padre del sinfonismo sovietico, quanto piuttosto il suo collocarsi a metà strada, come un ideale anello di congiunzione, tra l’estetica tardoromantica e le temperie novecentesche.
Come ricordano le note che accompagnano il disco di cui si racconta, una personalità del calibro di Mstislav Rostropovic considerava Mjaskovskij l’autorità par excellence dell’ambiente musicale moscovita, che aveva contribuito a plasmare inprima persona ricoprendo nel corso dei decenni diverse posizioni nelle varie istituzioni culturali dello Stato.
Venendo al disco, la proposta include due delle sue ventisette sinfonie, la numero 17 in Sol diesis minore, op. 41, e la 20 in Mi maggiore, op. 50. La prima, datata 1937, è considerata uno dei vertici dell’arte del compositore per rigore e ricchezza di inventiva.
La Ventesima, al netto della peculiare costruzione in tre brevi movimenti, è intrisa di un’anima reazionaria, anzi, benché più tarda pare forse ancor più debitrice alla nostalgia di un sinfonismo lirico e perduto, di stampo quasi bruckneriano. Rende un ottimo servizio alle pagine la Ural Youth Symphony Orchestra, ben plasmata da Alexander Rudin, che non avrà le nuances delle formazioni di rango, ma ben esplica e colora la materia.
Paolo Locatelli